NAVE AQUARIUS, STOP AI SALVATAGGI

NAVE AQUARIUS, STOP AI SALVATAGGI

Comunque la si voglia vedere, prima con i militari, poi con le Ong abbiamo potuto documentare un pezzo di storia. Alcuni dei ragazzi salvati da Aquarius li ho seguiti e sono orgogliosa del percorso che stanno facendo, con sveglia all’alba per il tirocinio in fabbrica, poi alla scuola serale fino a mezzanotte per imparare al meglio la nostra lingua. Loro hanno avuto una chance e, che ci piaccia o no, sono sopravvissuti e arrivati nel nostro mondo. Quando eravamo a bordo gli operatori di SoSMediterranee e MsF più “anziani” si preoccupavano per i più giovani perché sapevano che la missione era a tempo determinato. Per alcuni però stare in quel microcosmo solidale in mezzo al mare era diventata unica ragione di vita e questo era pericoloso per il loro futuro. Perché era ovvio che non poteva andare avanti a lungo con il recupero di disperati in mare. Un flusso anomalo iniziato molto prima dell’avvento delle Ong nel Mediterraneo Centrale. Tutti ci auguravamo che finisse. Ma non così. Non con quello che c’è dietro. I naufragi continuano e i migranti prigionieri in Libia in condizioni che purtroppo conosciamo. Sentirete esultare per questa notizia ma se la nave arancione che ha salvato 30 mila persone in tre anni, si ferma non vuol dire aver sconfitto i trafficanti. Chiediamoci dove sono le migliaia di loro prigionieri