40 SENZA GUIDO TERSILLI. LA NASCITA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
Ricordate il film “Il medico della Mutua?”, con un Alberto Sordi in strepitosa forma che, molto abilmente, ridicolizzava un sistema fatto di corruzione e tangenti? Oggi una realtà del genere non potrebbe esistere, non quella relativa alla corruzione ovviamente, perchè l’animo umano è sempre alla ricerca di ricchezza, non spirituale. Ma almeno, in un certo modo, qualcuno ha provveduto a limitare i danni, economici e quindi sociali. In quel film il dottor Guido Tersilli, appunto Alberto Sordi, interpretava un medico che, pur di arricchirsi, cercava in tutti i modi di accapparrarsi pazienti, che all’epoca, grazie al sistema interamente sovvenzionato dallo stato, diventavano veri e propri clienti del medico, il quale pur di tenerli ed accattivarseli gli concedeva tutto ciò che volevano. Tanto le medicine le pagava lo Stato. Ciò accadeva perchè, prima del 23/12/1978, non esisteva il Servizio Sanitario Nazionale, ma solamente un compresso sistema assistenziale, basato su enti mutualistici denominati anche casse mutue. In pratica, ciascuna categoria di lavoratori, inclusi i familiari, veniva assistita da un determinato ente, fruendo di una assicurazione sanitaria pagata dai lavoratori stessi, e dai datori di lavoro. È facile intuire come questo stato di cose, in cui il diritto alla salute non era garantito per i cittadini non lavoratori, creasse situazioni paradossali, in cui chi poteva veniva curato di diritto, mentre per gli altri c’era solo da aggrapparsi ad una sanità inesistente. Ed anche tra mutuati esistevano differenze, in base ai versamenti di categoria. Era il sistema della cassa mutua, ed anche se sono passati 40 anni dalla sua abolizione, non di rado nel lessico si parla ancora di medico della mutua. Il passaggio dalla mutua all’attuale Servizio Sanitario non è stato facile, e neanche indolore, in quanto bisognava prima riempire il pozzo senza fondo generato dai debiti nei confronti degli ospedali, in un perverso rubamazzetto in cui alla fine era sempre lo Stato a fungere da bancomat. Poi la competenza in materia gestionale passò alle regioni, ed infine, con la legge n. 833 del 23/12/1978, venne del tutto sopresso il sistema mutualistico, inaugurando una stagione che, ancora oggi, e nonostante i mille problemi, garantisce assistenza sanitaria a tutti i cittadini. Il Servizio Sanitario Nazionale, così concepito, divenne operativo solamente nel 1980, dopo due anni di traghettamento necessari, specialmente per modificare una sorta di imprinting mentale comune alla cittadinanza, relativo all’abuso di prestazioni sanitarie ed all’incetta di medicinali. Fu poi il decreto 229 del 1999, il cosiddetto Decreto Bindi, che introdusse il divieto, per i medici dipendenti dalle A.S.L., di prestare attività privata all’interno di strutture pubbliche, andando così ad impedire le visite intra moenia, motivando tale decisione con la volontà di prevenire eventuali confilitti di interessi. I medici quindi, avrebbero dovuto scegliere se lavorare fuori o dentro le strutture pubbliche. Inutile dire che la protesta dei camici bianchi non si fece attendere, tanto che in seguito venne reintrodotta la possibilità di svolgere attività intra moenia, ma con dei paletti ben definiti. Infatti, pur essendo concessa ai medici la possibilità di esercitare la loro professione all’interno dei luoghi di lavoro e fuori dall’orario di servizio, tutto deve essere dimostrabile con l’emissione di fatture. Ed inoltre i medici debbono devolvere alla loro struttura ospedaliera di riferimento, come risarcimento per l’uso di apparecchiature e locali, una percentuale del loro fatturato interno. Grazie alle visite intro moenia il legislatore ha inteso consentire ai cittadini la possibilità di scegliere un professionista di proprio gradimento, o di fiducia. Manca, come al solito, una verifica della professionalità del medico durante la visita, tanto è vero che ciclicamente viene invocata l’adozione di un codice etico, per evitare che una visita specialistica presso un ospedale si trasformi in una sorta di obbligo a recarsi per successive visite presso gli studi privati, eludendo così l’obbligo di fatturazione. Ma l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale è stato comunque un notevole passo in avanti a livello sociale ed economiche, elevando tutti i cittadini allo stesso rango di dignità, senza distinzioni di ceto o, come potrebbe avvenire attualmente, di razza. Forse tra 40 anni avremo altre novità in campo medico, ma per il momento abbiamo scongiurato novelli Guido Tersilli, con tanto di personale medico devoto pronto a camminare a ritmo di marcetta.
