NESSUN NATALE PER LA PICCOLA CONCHITA, MORTA DI STENTI NEL CAMMINO DELLA VITA
Il Washington Post racconta di una bambina che azzarderemo nel chiamare Conchita, morta di sofferenze appena superato il confine del Messico con gli Stati Uniti di Trump.Nessuno saprà mai quanto abbia sofferto, quanto abbia atteso.Quel corpicino aveva la febbre oltre 40 ed ha iniziato ad avere le convulsioni appena otto ore dopo essere stata fermata.Era disidratata e non mangiava da giorni. Gli agenti dello U.S. customs and border protection l’hanno presa in custodia, ma è servito ben a poco. Era già tardi.Dopo un volo in elicottero per l’ospedale pediatrico di Providence a El Paso, la bambina è andata in arresto cardiaco. I medici dell’Emergenza in un primo momento sono riusciti a riprenderla. La speranza è durata meno di 24 ore. La bambina è spirata malgrado il prodigarsi del personale dell’ospedale Conchita è morta per arresto cardiaco senza provare alcuna emozione di gioia per aver raggiunto la meta, l’obiettivo di mesi trascorsi in quel cammino della vita.Conchita non ha potuto ringraziare il mondo per tutte quelle attenzioni arrivate troppo tardi.Non è riuscita, con il suo papà, a festeggiare il Natale in quel mondo dorato dove sognavano di andare.La loro colpa, quella del babbo che porterà con se il peso per sempre, è stata quella di voler credere in un umano sentimento di nuova speranza di fronte al niente che si sarebbe prospettato nel restare in Guatemala.Insieme a tanti si erano incamminati verso la salvezza.Dopo tante sofferenze avevano superato quel maledetto confine. Avevano lasciato alle spalle fili spinati, muri altissimi, confini geografici e ghetti sociali.Erano sfuggiti alla fame, alle notti insonni, alla violenze gratuite.Ma non ce l’ha fatta. Quella bambina di sette anni nata in Guatemala, è morta, alla vigilia del Natale, poco dopo essere stata fermata dalla polizia di confine nel deserto senza fine del New Mexico. Di fronte ad una società che si cerca di abbruttire ogni giorno di più emergono uomini e donne che si prodigano nel tentativo di far riaffiorare un poco di umanitàEcco che nella triste e vergognosa storia della piccola sconosciuta che abbiamo voluto chiamare Conchita si evidenzia il tentativo estremo di quanti cercano di salvarla dal buio.Un vero accanimento, tardivo, di una società che ha molti colpevoli, che trova proprio nel Natale la contraddizione estrema del suo essere ma che allo stesso tempo trova la forza di tenere in vita una fiammella che ci fa sperare.Addio piccola Conchita, come per tanti innocenti, per tanti fantasmi, anche il tuo sacrificio non è inutile.Anche il dono della tua memoria non si perderà nelle “cose” di questo Natale
