CAMPIONATO CON GARBO. ORMAI LA JUVENTUS NON FA PIU’ NOTIZIA, INTER E MILAN INVECE SI’

CAMPIONATO CON GARBO. ORMAI LA JUVENTUS NON FA PIU’ NOTIZIA, INTER E MILAN INVECE SI’

La Juventus è campione d’inverno con due turni d’anticipo sul giro di boa del girone d’andata. Uno dei miei tanti direttori, di gran lunga il più bravo di tutti, avrebbe detto: “Dov’è la notizia ?”. E avrebbe avuto ragione. Perché la notizia non è che la Signora Omicidi è campione d’inverno, titolo platonico che nello scorso campionato finì nella bacheca virtuale del Napoli. Ma che viaggia a ritmi mai visti non solo in Italia, ma neppure in Europa: 49 punti sui 51 disponibili, media punti 2,88 a partita, miglior attacco alla pari col Napoli con 34 reti segnate, media due gol a partita, miglior difesa con appena 8 reti incassate, meno di mezzo gol a partita.Numeri impressionanti, cifre di un dominio assoluto.I bianconeri hanno imposto la propria legge anche alla Roma giovane di Di Francesco, con un gol del solito Mandzukic, il calciatore più insostituibile per Allegri. Nella ripresa i giallorossi si sono installati nella metà campo avversaria, hanno mostrato un buon calcio, aggressivo e propositivo, ma non hanno mai tirato in porta. Un dettaglio che nel calcio fa tutta la differenza di questo mondo.Ecco dov’è la forza della Juve: è molto difficile riuscire a impegnare il portiere bianconero. Merito naturalmente non solo della difesa, in cui giganteggia un Chiellini mostruoso, ma di tutta la squadra. A cominciare dagli attaccanti, Mandzukic ovviamente, ma anche Cristiano Ronaldo, cosa impensabile ai tempi del Real Madrid; fino a un centrocampo di qualità e quantità, abile sia nella fase di possesso sia in quella, non meno importante, di riconquista del pallone.Il Napoli regge ancora, ma fino a quando ? Con la Spal ha vinto col minimo scarto ed è stato salvato nel finale da Meret, un giovane che sembra destinato a un grande futuro, se gli infortuni finiranno di perseguitarlo. Ancelotti sta gestendo splendidamente la rosa a sua disposizione e nessuno si sente fuori dal progetto.Ancora misterioso invece il progetto dell’Inter, che riesce a non vincere una partita che avrebbe dovuto stravincere. Il Chievo sembrava l’avversario ideale per i nerazzurri, che invece si sono impantanati nei propri limiti, facendosi raggiungere in pieno recupero da un gol del quarantenne Pellissier, con la complicità di un errore difensivo da calcio dilettantistico.L’Inter è senza dubbio più forte di quella dello scorso anno, grazie all’arrivo di ben sette giocatori, ma ha 7 punti in meno. Sembra sempre sul punto di fare il salto di qualità e invece viaggia come un gambero, un passo avanti e due indietro. A questo punto viene il sospetto che il difetto sia nel manico, quel Luciano Spalletti di cui tutti magnificano le capacità tecnico-tattiche, ma che, Zenith San Pietroburgo a parte, in Italia non ha mai vinto niente.Non ci meraviglieremmo se la società e il nuovo responsabile dell’area tecnica Marotta stessero riflettendo sul futuro dell’allenatore di Certaldo. Anzi, ci meraviglieremmo se non lo stessero facendo. Perché se io ti consegno una Formula 1 competitiva, pretendo che tu la guidi al meglio, sfruttandone tutte le potenzialità. Tanto per rimanere in tema motoristico, a fare la differenza nell’ultimo mondiale di Formula 1 non sono state le vetture, perché Mercedes e Ferrari erano sostanzialmente sullo stesso piano, bensì il pilota, con un Hamilton nettamente superiore a Vettel nella gestione delle situazioni al limite. Ecco, la sensazione è che l’Inter abbia bisogno di un Hamilton per poter puntare al titolo.Giornata, anzi momento nero anche per il Milan, sconfitto a San Siro dalla Fiorentina, che passa alla cassa con un solo tiro in porta, quello di Chiesa sul quale forse Donnarumma non è esente da colpe. I rossoneri sono in un momento no, fra infortuni, squalifiche e latitanza di Higuain, che avrebbe dovuto essere la soluzione dei problemi e invece è diventato il problema.Le colpe non sono solo sue, perché con uno-due palloni giocabili in 90 minuti anche Messi e Cristiano Ronaldo farebbero fatica a trovare la via del gol che al Pipita manca ormai da due mesi.Gattuso ha qualche colpa nelle scelte di formazione (misterioso l’ostracismo a Montolivo che non gioca neppure le partitelle del giovedì) e nei cambi in corsa. Ma rischia di pagare un conto troppo salato in rapporto ai suoi errori.Ne approfitta la Lazio, che contro il Cagliari torna al successo dopo 7 partite tra campionato e coppa e si riprende il quarto posto. Ma soprattutto ritrova in un colpo solo Luis Alberto e Milinkovic Savic, che lo scorso anno furono con Immobile i trascinatori della squadra di Inzaghi.Sale anche la Sampdoria, che vince a Empoli la partita più spettacolare del diciassettesimo turno, mettendo in mostra il solito incredibile Quagliarella, capace sotto gli occhi del CT Mancini di andare in rete per la settima partita consecutiva.L’Atalanta cade a Marassi, sponda rossoblù, regalando a Prandelli il primo successo della sua gestione, mentre Torino e Sassuolo si dividono la posta e il Parma non riesce a vincere il derby della via Emilia col Bologna, che salva la panchina di Pippo Inzaghi, atteso dopo Natale dal derby in famiglia con Simone.La lotta per la salvezza non registra sussulti degni di nota perché nessuno, Genoa a parte, riesce a portare a casa tre punti.A Santo Stefano sono due le sfide da tenere d’occhio: Atalanta-Juventus e Inter-Napoli. Se i bianconeri dovessero allungare a 11 punti il vantaggio sulla squadra di Ancelotti, potrebbe già partire il conto alla rovescia verso lo scudetto.