PROCESSO BERNARD TAPIE – ADIDAS: CHRISTINE LAGARDE COLPEVOLE DI « NEGLIGENZA » SI DIFENDE « HO AGITO IN FIDUCIA E IN COSCIENZA ».

PROCESSO BERNARD TAPIE – ADIDAS: CHRISTINE LAGARDE COLPEVOLE DI « NEGLIGENZA » SI DIFENDE « HO AGITO IN FIDUCIA E IN COSCIENZA ».

Christine Lagarde, la direttrice del FMI è stata condannata dalla Corte di Giustizia francese per «negligenza» nella vicenda giudiziaria relativa all’affare Bernard Tapie/Adidas. «In questa vicenda, come in tutte le altre, ho agito in fiducia e in coscienza, con il solo obiettivo di tutelare l’interesse generale. Ho deciso e mi assumo le responsabilità delle mie decisioni». Sono queste le ultime parole pronunciate da Christine Lagarde di fronte alla Corte di Giustizia, prima che si ritirasse per deliberare quest’oggi, alle 15,00. Nella sua breve autodifesa della scorsa settimana, molto commossa, la direttrice del FMI aveva ringraziato la Corte per «averla ascoltata» durante questi cinque giorni di udienza – ha detto – «mettendo così fine ad anni di angoscia». Nell’evocazione del suo compagno, della sua famiglia e di «quanti subiscono e seguono questo processo» a Washington, oltre che del sostegno di ex collaboratori del Ministero delle Finanze che dirigeva al momento dei fatti, molti dei quali alcuni sono venuti ad assisterla quasi quotidianamente, la si è sentita vacillare. Del suo ruolo nell’affare Tapie, conclusosi nel 2008 e annullato nel 2015 per «sospetti di truffa», l’ex Ministro dell’Economia e delle Finanze (in carica dal 2007 al 2011) si è difesa:«Ho tentato di prendere in considerazione tutti i possibili rischi». «Ho provato a leggere, consultare, a mettere sulla bilancia vantaggi ed inconvenienti fra le differenti soluzioni, di valutarne i rischi ».«Ma quello di una potenziale truffa non vi figurava. – «Se i miei Servizi hanno sospettato di essere di fronte ad una truffa, perché non sono venuti a bussare alla mia porta?». «Non ho ricevuto nessun allarme, di alcun genere e quindi ho preso da sola mia decisione e la assumo. Ma, lo ripeto, non c’è mai stata nessuna messa in guardia di alcun genere. Mai.» L’ex Ministro dell’Economia francese ha tenuto, tuttavia, a rendere omaggio a quei «migliaia di servitori dello Stato» coi quali ha lavorato durante quei sei anni a Bercy, la sede del Ministero da lei diretto, aggiungendo «grazie ai quali abbiamo potuto, in Francia, far fronte alla più grande recessione economica dagli anni ‘30.» Sono «quei volti» che vuole conservare a mo’ di ricordo : «I week-end a Bercy, gli interminabili viaggi a Bruxelles o altrove per difendere la posizione della Francia, i giorni e le notti trascorsi a l’ Assemblée Nationale e al Senato per legiferare ad hoc. Fu un immenso privilegio ed ho provato, con i miei più stretti collaboratori, ad esserne degna, in fiducia ed in coscienza», ha concluso. I suoi avvocati, Bernard Grelon e Patrick Maisonneuve, avevano chiesto il proscioglimento per Christine Lagarde, soprattutto perché di fronte all’impossibilità di giudicare su «l’opportunità di una decisione politica » perché sarebbe «mal finita». «Lo scopo – nel merito – non era quello di fare un « regalo » a Bernard Tapie (ndlr: i 403M€ attribuitigli con sentenza, di cui 5M€ per il pregiudizio morale), ma era quello di porre fine ad un contenzioso con il “Crédit Lyonnais”che avvelenava tutti gli organismi pubblici da 15 anni», hanno sottolineato. La procura generale ha chiesto il proscioglimento, ma Christine Lagarde ha rischiato di essere condannata ad un anno di carcere e ad una multa di 15 000 euro. All’odierna udienza, tuttavia, la direttrice del FMI, trattenuta « per doveri professionali » a Washington, non era presente per assistere alla lettura della sentenza. La Corte ha considerato che Christine Lagarde abbia agito con negligenza nell’autorizzare – nel 2007 – una procedura arbitrale con Bernard Tapie per saldare il suo contenzioso con l’ex banca pubblica, il Crédit lyonnais. Arbitraggio che ha visto attribuire 400 milioni di euro all’uomo d’affari francese. Secondo la Corte di Giustizia, Christine Lagarde « si è esposta personalmente nella decisione di non ricorrere contro quell’ arbitraggio ». La Corte le rimprovera, quindi, di non aver ascoltato pareri divergenti rispetto a quelli che le consigliavano di non ricorrere. Sempre secondo la Corte, un ricorso le avrebbe permesso di scoprire la truffa. L’ex Ministro dell’ Economia, in carica dal 2007 al 2011, è stata pertanto negligente nella sua decisione. Ora, è impossibile per Christine Lagarde, ricorrere contro il parere della Corte di Giustizia della Repubblica, sola abilitata a giudicare i membri di un governo per reati commessi durante l’esercizio delle loro funzioni. L’ultimo ricorso possibile è presso la Corte di Cassazione, possibilità che studieranno i suoi legali. Quanto al FMI, risulta che si riunirà a breve per discutere della condanna della sua direttrice generale. Dalla sua creazione, nel 1993, la Corte di Giustizia della Repubblica francese ha condannato tre membri di governo, ma mai al carcere. E’, però, la prima volta che si pronuncia per il reato di « negligenza » di una persona « depositaria dell’autorità pubblica », reato raramente perseguito nel “diritto comune”. Il caso Bernard Tapie.Bernard Tapie reclamava 1,035 miliardi di euro allo Stato francese – somma supervalutata da intressi legali a partire del 12 febbraio 1993. Senza contare il pregiudizio morale stimato in 50 milioni di euro. E’ stato, poi, condannato a rimborsare 404 milioni di euro che aveva ricevuto a seguito dell’arbitraggio del 2008.Dalla fine degli anni ’70, l’uomo d’affari Bernard Tapie si è specializzato nell’acquisto di imprese che si trovano in stato di fallimento ed è assististo dall’avvocato Jean-Louis Borloo – divenuto poi Ministro e fondatore del “UDI” (Unione dei democratici e indipendenti. Tapie, di maniera sistematica, rinegozia il debito delle società, ne riduce i costi e poi le rilancia sul mercato, spesso diversificandone le attività produttive. In tal modo, la Società “Terraillon » che produceva bilance, è acquistata per 1 franco simbolico nel 1981 e rivenduta, poi, 25 milioni di euro nel 2001 all’americano « Measurement franco simbolico nel 1983, est rivenduta 260 milioni di franchi nel 1988 (equivalenti a 50 milioni di euro). Come avviene, altresì, per la Società “Wonder », che fabbrica pile elettriche, acquistata 30 milioni di franchi nel 1984 e rivenduta 470 milioni di franchi nel 1988 (113 milioni di euro). Agli inizi degli anni ’90, la Società Adidas è in crisi. La Società tedesca diretta dalla famiglia Dassler, dal nome del fondatore Adolf Dassler, registra pesanti perdite. Bernard Tapie acquista l’80 % della Società e poi altri 15 % sei mesi dopo, controllando così il 95 % del gruppo, per un totale di 1,6 miliardi di franchi (361 milioni di euro) e lo ha potuto fare soprattutto grazie ad un prestito consentitogli da una filiale del Crédit lyonnais (la SDBO), allora banca pubblica. Come per le altre Società, Bernard Tapie intraprende una profonda riorganizzazione e Adidas realizza nuovamente ottimi profitti a partire dal 1993, anno in cui Bernard Tapie rivende la Società sempre grazie al Crédit lyonnais.Nel 2005, dopo nove anni di processi e il fallimento del Crédit lyonnais, la giustizia accorda 135 milioni di euro a Bernard Tapie, ma nel 2006, la Corte di Cassazione annulla la sentenza. Nel 2008, tuttavia, un tribunale di commercio delibera a favore di Bernard Tapie, facendogli recuperare 405 milioni di euro.Nel 2011, però, dei sospetti su quell’arbitraggio conducono gli inquirenti all’apertura di nuove indagini che sfociano, nel 2015, nella “truffa” di cui venne accusato e per la quale venne condannato Bernard Tapie e per la quale Christine Lagarde è stata, oggi, condannata per “negligenza”.