STRAGE DI BERLINO, LA DESTRA ATTACCA ANGELA MERKEL
Dopo l’emozione, largo alle critiche. In un comunicato stampa, Marine Le Pen denuncia « un attentato islamista » e se la prende con un « considerevole numero di migranti”, dopo l’attacco di Berlino che ha causato 12 morti ed una cinquantina di feriti lunedì sera. Lunedì sera un camion si lancia sulla folla al mercatino di Natale, Il bilancio provvisorio delle vittime è di 12 morti e di decine di feriti, di cui alcuni in modo grave. Un’attacco che ha visto reagire tutta la classe politica europea. François Hollande ha immediatamente dichiarato la sua solidarietà al popolo tedesco : “Esprimo la mia solidarietà e la mia compassione alle famiglie delle vittime di Berlino.” Subito dopo, Marne Le Pen ha twittato « attentato islamista », interrogandosi: “Quanti massacri e quanti morti dobbiamo ancora subire affinché i nostri governanti cessino di far entrare nei nostri Paesi oramai privi di frontiere un numero considerevole di migranti, allorquando sappiamo perfettamente che dei terroristi islamisti sono fra loro?” La presidente del « Front national » ha altresì chiesto di “ripristinare immediatamente i confini nazionali e di mettere fine sin da subito alla ripartizione dei migranti nei nostri Comuni”, aggiungendo “il governo francese deve ora rendere pubblica la lista delle organizzazioni islamiste.” Guillaume Larrivé, deputato « LR » (les républicains) ha apertamente condannato la politica migratoria di Angela Merkel : “Il “willkommen” della Signora Merkel è stato un errore storico. La sua politica migratoria è assurda, fuori controllo ed è una tragedia, La vera solidarietà con il popolo tedesco sta nell’esigere un’altra politica securitaria, a Parigi, come a Berlino. Angela Merkel dovrebbe esprimersi su questo dramma che ha appena colpito la Germania ». La strage di ieri sera al mercatino di Natale di “Breitscheidplatz” a Berlino, oltre all’orrore che rappresenta, comporta un’evidente minaccia per il governo di Angela Merkel, la cui voce è stata fin qui considerata la più autorevole tanto in Germania quanto in Europa, poiché a favore di una politica dell’accoglienza e dell’integrazione. Sebbene ad ora non sia ancora confermato che l’autore della carneficina sia un richiedente asilo o un rifugiato, la destra populista ha immediatamente colto l’opportunità per attaccare la politica liberale nei confronti dell’immigrazione.Con il suo “Wir schaffen es” (“possiamo riuscirci”), Angela Merkel è stata, da poco più di un anno, il bersaglio di un fuoco di fila di critiche dopo la decisione del settembre dello scorso anno di aprire le porte a decine di migliaia di migranti in fuga da guerre e povertà e provenienti per lo più da nazioni arabe e musulmane. L’arrivo in Germania di circa un milione di persone nel corso degli ultimi due anni ha infatti diviso profondamente l’opinione pubblica tedesca, oltre a determinare numerose fratture all’interno dello stesso partito conservatore (la Cdu e, soprattutto, il partito gemello bavarese , la “CSU”), tanto che la Cancelliera, nel decidere di ripresentarsi per un quarto mandato, ha riconosciuto che le elezioni del prossimo anno saranno le “più difficili” dalla Riunificazione. All’indomani dell’attacco, Merkel ha ammesso: “So che sarà particolarmente difficile per noi da sostenere, se si confermerà che la persona che ha commesso quest’ attacco chiedeva protezione e asilo in Germania”. Al momento, il coinvolgimento del sospetto arrestato in un primo tempo dalla polizia, richiedente asilo pachistano di 23 anni, non è confermato dagli stessi inquirenti, che avvertono che “un pericoloso criminale” potrebbe essere ancora a piede libero e non si sbilanciano sul movente della strage. Il partito islamofobico e xenofobico AfD (Alternative fuer Deutschland) non ha esitato ad incolpare la Cancelliera: “La Germania non è più sicura”, ha commentato Frauke Petry, presidente del partito populista, addossando indirettamente al governo di Berlino la corresponsabilità dell’accaduto. “L’ambiente nel quale questi gesti possono svilupparsi è stato negligentemente e sistematicamente importato (in Germania) nel corso dell’ultimo anno e mezzo”, ha spiegato la leader della destra radicale. Il partito auspica che “i nostri confini, lasciati irresponsabilmente aperti, vengano finalmente controllati di nuovo”. Le ha fatto eco il suo compagno di partito Alexander Gauland: “I nostri confini devono essere controllati, così che nessuno possa entrare illegalmente, così che non possano essere fornite diverse identità, così che richiedenti asilo già noti alla polizia possano essere immediatamente respinti”. Marcus Pretzell, un altro esponente del partito di Petry, aveva definito ieri sera, commentando a caldo l’attacco, le vittime del mercatino di Natale “i morti di Angela Merkel”. La popolarità di Merkel è sempre più diminuita, nonostante il suo governo abbia tentato di frenare l’afflusso di rifugiati, anche attraverso un controverso accordo con la Turchia, che pur avendo iniziato a dare dei risultati sul fronte dell’afflusso di migranti, ha aperto altri fronti di polemiche, tanto più dopo la svolta autoritaria del presidente turco Recep Tayyp Erdogan all’indomani del fallito golpe in Turchia. Specularmente è aumentato il gradimento nei confronti dell’Afd, che è riuscita ad entrare in diversi parlamenti regionali e che punta a un’affermazione a due cifre alle elezioni del settembre 2017, tale da mettere a rischio i numeri per qualsiasi coalizione governativa a due. Un osservatore del Marshall Fund, Christian Moelling, ritiene che comunque il “rischio più grande per Merkel sia quello insito nella reazione dentro al suo stesso partito” all’attacco. “Fino ad ora lei è il candidato dei conservatori per il posto di cancelliere, ma l’ala destra del partito cercherà di strapparle maggiori concessioni sul piano della sicurezza interna e della migrazione”. Una questione chiave sarà quella di stabilire se “si sia trattato di un lupo solitario, o se vi sia un approccio più sistematico o il gruppo dietro all’attacco”. In questo secondo caso, spiega Moelling, “vincerebbe la versione di coloro che ritengono che la Germania non sia stata capace di controllare chi entra nel Paese, portando ad affermare che la politica di Merkel rappresenti effettivamente un rischio accresciuto” per i cittadini tedeschi. Tra i principali critici della Merkel da tenere in considerazione in vista delle elezioni, anche gli alleati bavaresi della CSU, che hanno già alzato i toni: “Lo dobbiamo alle vittime, a coloro che sono stati colpiti e all’intera popolazione: riesaminare e modificare la nostra intera politica di immigrazione e sicurezza”, ha dichiarato il leader Horst Seehofer. In precedenza il ministro degli Interni CSU della Baviera, Joachim Herrmann, aveva chiesto di aprire un dialogo franco sui rischi che la Germania affronta a causa dell’arrivo di un gran numero di rifugiati: “Dobbiamo parlare della questione, dei rischi che affrontiamo adesso con questo enorme numero di rifugiati qui”, ha dichiarato intervistato dalla radio regionale Bayerische Rundfunk. Non si può pensare che la popolazione “vada avanti così” in una situazione in cui “affrontiamo un rischio più alto di attacchi da parte di persone con provenienti da ambienti dell’Islam radicale”. Questa mattina, malgrado le critiche contro la sua politica di accoglienza, interamente vestita di nero e certamente sconvolta per l’accaduto, Angela Merkel ha reso la sua prima dichiarazione: “Dobbiamo presumere che si tratti di un attentato terroristico”, ha detto poco prima della rivendicazione ufficiale dell’Isis. La cancelliera si è detta “sconvolta” e “triste” e ha promesso di agire con la “massima severità che le leggi tedesche consentono”. Angela Merkel ha aggiunto che se l’attentatore fosse un profugo si tratterebbe di un fatto “particolarmente orrendo, dinanzi ai numerosi tedeschi che aiutano i migranti e i numerosi migranti che cercano davvero protezione nel nostro Paese”. Ma ha altresì ribadito, con evidente umiltà e coraggio, che “non ho risposte semplici” e che “non dobbiamo rinunciare ai mercatini di Natale, alle belle ore con la nostra famiglia. Non vogliamo vivere paralizzati dalla paura. Troveremo la forza per continuare ad essere uniti, aperti, liberi”. Una risposta chiara a quelli che, con ributtante cinismo, le hanno buttato addosso i morti di Berlino, evidenziando che non intende militarizzare il Paese, come pretenderebbe qualcuno.
