L’OCCASIONE PERSA DI ANCELOTTI. PERDERE A TAVOLINO
Carlo Ancellotti ha perso l’occasione della sua vita. Ieri sera, a Milano, c ‘erano tutte le circostanze giuste per spingerlo a fare ciò che avrebbe dovuto fare ma che invece non ha fatto: concedersi il lusso di fare il leader anche come uomo -lui che può permetterselo, dall’alto di una gigantesca professionalità riconosciuta in tutta Europa- lanciando un bel segnale al paese, all’Europa, all’Uefa, alla Fifa.Avrebbe dovuto chiamare il capitano della squadra e a voce alta dare un secco e preciso ordine: “tutti negli spogliatoi”.Andarsene, beccarsi il 3-0 a tavolino con grande onore (e grande rispetto da parte dell’intera comunità, calcistica e non) aprendo una sacrosanta controversia politica.In conferenza stampa avrebbe dovuto dire con parole secche e semplici una umile frase, più tagliente delle lame degli ultras: “E’ la prima volta nella mia carriera che mi sento orgoglioso di aver perso una partita. O l’Uefa e la FIGC intervengono subito, oppure io me ne vado e poco a poco se ne andranno via dall’Italia diversi grossi nomi con la pelle nera”. E invece non lo ha fatto.Peccato. Non accadrà nulla, quindi.Si va avanti così, tra un declino e l’altro.Il calcio, dopotutto, è uno specchio immagine del paese.
