FIORENTINA, A GENOVA UN DOLOROSO 0-0
Se c’è una trasmissione che manca allo spettatore televisivo italiano quella è sicuramente “Mai dire Gol”: un concentrato di talento e di idee che non si vede più, purtroppo, da tanti anni. Una delle mille rubriche che sono rimaste in testa all’appassionato calcistico è “Questo lo segnavo anch’io”, classifica dei “non cannonieri”, dove tra uno “sguiiscc” e un “bonk” si vedevano gli strafalcioni più clamorosi di bomber, o aspiranti tali, che poi a volte vincevano anche la classifica dei marcatori, quella vera. Ecco, oggi la Fiorentina avrebbe fornito alla Gialappa’s materiale preziosissimo, roba quasi introvabile! Due le perle: un colpo di testa di Simeone da tre metri dalla porta (e col portiere a metri di distanza) dopo solo venti secondi di gioco, spedito fuori sfidando quasi le leggi della fisica; e un tiro di Chiesa finito sciaguratamente sul palo dopo un quarto d’ora della ripresa: questo da qualche metro in più (pochi però! Sette od otto al massimo) ma con la porta aperta come un autostrada con lo sciopero dei casellanti in corso, ed il portiere immobile con lo sguardo di un cerbiatto abbagliato dai fari. Uno 0-0 sanguinoso insomma questo della Fiorentina in casa del Genoa. Perché d’accordo che il pareggio è il risultato più gettonato dalla squadra viola in questo campionato e quindi non ci si può sorprendere più di tanto, però quando per una volta si gioca bene si vorrebbe proprio “sublimare” con i tre punti. E invece niente, un altro punticino che allontana un altro po’ la zona europea, anche se non poi moltissimo, e quindi lascia aperta una porticina. Dalla quale però la Fiorentina potrà entrare solo se queste settimane di mercato porteranno un giocatore in attacco. Uno magari non bello, non famoso, non rifinito tecnicamente, ma che metta quella maledetta sfera dentro quella maledetta porta! Ci ripetiamo, lo sappiamo, però il numero 9 in una squadra quello deve fare. Invece Simeone fa quasi tutto, ma quello proprio no. L’errore di oggi ha ricordato molto da vicino uno che fece Pazzini, dalla stessa distanza, ma di piede, molti anni fa in un derby con il Siena, anche lì fuori casa. Errore che sancì praticamente la fine del rapporto con la tifoseria e il suo passaggio alla Samp nella stagione successiva. Non è da escludere che la storia come succede spesso (dalla notte dei tempi) si ripeta. Ad ogni modo se non altro resta la buona prova della squadra in un campo difficile come Marassi. Il Genoa guidato da Prandelli (abbonato del Franchi e quindi a perfetta conoscenza di pregi e difetti della Fiorentina) non ha fatto praticamente niente fino all’ultimo quarto d’ora, dove poi ha trovato un paio di occasioni pericolose che potevano anche confezionare la beffa, che però sarebbe stata decisamente crudele. Probabile che in questa giornata positiva abbia influito la presenza in campo di Norgaard e Mirallas, due giocatori non eccezionali ma che almeno garantiscono la sicurezza di giocare in undici contro undici. Cosa che quando in campo ci sono i presunti titolari Pjaca e Gerson non è affatto scontata. Anzi… Di questa ultima partita dell’anno però resterà anche un altro ricordo: la lunga riflessione dell’arbitro davanti al monitor per stabilire se un tocco con la mano di Veloso fosse da rigore o meno. E non per il caso in sé (la decisione finale è stata per il No perché il centrocampista genoano ha toccato la palla col piede prima di spedirsela sul braccio bello largo) ma perché, visto anche l’andazzo nel resto della giornata, questo sarà il leitmotiv della stragrande maggioranza degli interventi della Var il prossimo anno quando, come sembra di capire, le maglie della “involontarietà” si stringeranno e quindi sarà praticamente un “tiro al braccio” continuato, al quale sarà difficile opporsi a meno di schierare una difesa di amputati. Le partite a quel punto potrebbero anche finire con risultati tipo basket Nba, e le gite dell’arbitro verso il monitor diventare una specie di passerella da avanspettacolo con baci al pubblico festante. Una prospettiva bella ma non bellissima onestamente. Vedremo, intanto si va in letargo per qualche settimana lasciando libero spazio agli “esperti di calciomercato”, che è un po’ come dire “esperti di numeri al lotto”, ma questo ci tocca e quindi facciamocene una ragione. Buon anno a tutti.
