SCONTRO GRILLO- CELENTANO. CHI E’ IL SABOTATORE DELLA PRIMA SERATA?

Serata da feticisti del piccolo schermo quella di lunedì 28 gennaio.I due telepredicatori per antonomasia l’uno contro l’altro,anche se uno sotto forma di blob, nel senso di vecchi spezzoni di repertorio, e l’altro sotto forma di cartone animato, ma anche in carne, ossa e silenzi, come da abitudine.Su Rai2 “c’è Grillo”, così come si intitola il format che il direttoreCarlo Freccerosi è tirato fuori per risparmiare (ma i 30 mila euro versati all’agenzia di Grillo sono confermati) anche se poi, come ha precisato, in realtà non c’è il Grillo politico, quello che è diventato fondatore e leader del partito di maggioranza del Paese, ma il Grillo che ancora faceva ridere tutti, socialisti a parte.E su Canale5 c’è Celentano, o meglio c’è la terza puntata di “Adrian”,il disegno animato che ha suscitato più polemiche della storia della tv, non fosse altro che per la lunghissima gestazione, per i costi mastodontici (prima si diceva 20 milioni, poi 15…) e soprattutto per lo show live che lo precede nel quale Celentano si è fatto vedere col contagocce. Stavolta però Celentano che si diverte a sorprendere il suo pubblico ma anche i dirigenti di Mediaset si è concesso un po’ di più e ha intonato addirittura due canzoni,“Pregherò” e “Hot Dog Buddy Buddy Rock around the clock”. A precedere l’esibizione una confessione semiseria sulla falsariga di quella che ha fatto nella seconda puntata, sei giorni fa. Inginocchiato nel confessionale davanti al frate Nino Frassica ha confessato: “Padre, confesso i miei peccati: confesso di aver sabotato coscientemente l’audience di Canale 5, non cantando, non parlando e dicendo in totale 13 parole e due sillabe”. A quel punto, prima che il frate Frassica gli commini la pena per espiare nel nome del “Padre, del Silvio e del santissimo ascolto”, Celentano, in realtà per niente pentito, promette: “E saboterò l’audience per altre sei volte, fino a quando dei 6 milioni della prima puntata ne sarà rimasto uno soltanto, è lui quello che cerco, perché non gliene importa se canto o ballo. È lui che salverà il mondo”. Come era facilmente prevedibile, tra i due litiganti, a godere è Rai1 che con la fiction “La compagnia del cigno” ha confermato i suoi 5 milioni e mezzo di spettatori, con il 23,3% di share. “Aspettando Adrian”, invece, ha raccolto un po’ più di 3 milioni di spettatori, con l’11,9% di share, mentre “C’è Grillo” si è dovuto accontentare di poco più di un milione di spettatori, pari al 4,3% di share, meno di chi ha seguito il film su Italia 1 “Run all night – Una notte per sopravvivere” (1.380.000 spettatori e il 5.9%) e di chi si è appassionato alle inchieste di Riccardo Iacona su Rai3 con “Presa diretta”(1 milione e 116 mila, 4,5% ). Vale la pena notare, però, che il confronto vero andrebbe fatto in sovrapposizione: la prima serata di Canale 5, infatti, è potuta cominciare soltanto alle 21 e 51. Sì, avete letto bene: alle 10 meno nove minuti. Insomma, prima serata si fa per dire. Visto che a Celentano viene passata la linea quando la prima serata su Rai1 è già cominciata da quasi 25 minuti e quella di Rai2 da quasi mezz’ora. Riuscire a intercettare il pubblico fidelizzato della fiction a quel punto è davvero impensabile, anche per un mito come Celentano. Che, tra l’altro, parte dopo ben due blocchi pubblicitari e soprattutto dopo che“Striscia la notizia”si è decisa a passare il testimone. La questione sull’inizio della prima serata spostata sempre più in avanti soprattutto su Canale 5 è vecchia e annosa. Nessuno tra i dirigenti Mediaset e nemmeno tra quelli del principale competitor, ovvero Rai1, sono mai riusciti a imporre un inizio che rispettasse davvero il pubblico a casa e anche gli artisti che vanno in onda. Ma la domanda a questo punto è un’altra.Chi è che sta sabotando gli ascolti della prima serata di Canale5?