IL MINISTRO INCITA ALL’ ODIO

C’è un aspetto, tra i tanti, che trovo particolarmente falso e disgustoso nella politica e nella propaganda di Salvini sul tema immigrazione. Il fatto che per cercare di indorare la pillola di una serie di atti e comportamenti che stanno consegnando migliaia e migliaia di disperati ai lager libici o a traversate quasi senza alcuna possibilità di soccorsi o al sequestro a ridosso dei porti italiani in condizioni indegne di un paese civile e dei trattati internazionali firmati o all’espulsione dai centri dove si tenta faticosamente di gestire un’accoglienza e un’integrazione col risultato di moltiplicare l’insicurezza per tutti i cittadini, bene, tutto ciò da qualche tempo sente il bisogno di accompagnarlo con parole tanto altisonanti quanto fasulle sulla lotta al traffico di persone e per diminuire le vittime. Peccato che con le sue politiche il numero delle vittime sia cresciuto rispetto alle partenze e che l’Italia si stia confermando complice dei criminali che martorizzano i migranti in Libia. E peccato che la quotidiana attività social del ministro sia infarcita di incitamenti all’odio, alla discriminazione, all’aggressione delle categorie più disagiate e dell’avversario di turno e che i commenti alle sue prodezze sia un manifesto, purtroppo perenne, al razzismo, alla xenofobia, al disprezzo per chi ha la pelle diversa. La grande massa di chi approva la condotta di Salvini lo fa esattamente in quei termini, basta andare a leggere, lo fa proprio perché odia il rom, il nero, il povero, le donne, i bambini che non rientrano nella linda rappresentazione della famiglia a denominazione razziale controllata e protetta. Quei commenti non si camuffano sotto due frasi ipocrite da “buon papà”… Sono un ricettacolo di atteggiamenti e convinzioni fasciste, naziste, razziste, che il signor Salvini ha la responsabilità storica di aver eccitato, coccolato, ammesso senza un minimo cenno di fastidio alla sua identità social. Un’infamia.