GRECIA. PILLOLE DI CAMPAGNA ELETTORALE

GRECIA. PILLOLE DI CAMPAGNA ELETTORALE

Il principale dilemma alle prossime elezioni parlamentari in Grecia è “se il paese procederà con sicurezza e con tutti i greci o rischierà il suo ritorno al deragliamento fiscale e alla supervisione del Fondo monetario internazionale”, ha detto il primo ministro Alexis Tsipras durante la sua visita all’isola di Rodi. Rispetto all’esito delle elezioni europee, che hanno sancito la prima sconfitta per Syriza negli ultimi anni, Tsipras ha detto di comprendere “l’insoddisfazione” dei cittadini. Nonostante le misure positive che il governo aveva annunciato prima del 26 maggio, un accordo con le istituzioni europee che ha “spalmato” i sacrifici su tutte le classi sociali, i cittadini greci con il loro voto hanno mandato un messaggio importante al governo. Il premier ha però rilevato che le elezioni parlamentari hanno un significato “totalmente diverso” dalle europee perché si superano le “linee ideologiche” espresse nella campagna elettorale per il rinnovo dell’europarlamento. “Il principale dilemma, indipendente dalle proposte delle parti, si riferisce al futuro del Paese”, ha sottolineato Tsipras. Nuova Democrazia, stando ai sondaggi si attesta ad una percentuale di 10 punti sopra Syriza. Ciò che desta preoccupazione sono i piccoli particolari che vengono fuori da conversazioni che il leader del partito di centro destra, Mitsotakis, tiene con i cittadini. Uno in particolare ha svelato la drammaticità della politica di Nuova Democrazia nella giustizia sociale. Un imprenditore della zona in conversazione con il leader del centro destra ha lamentato le numerose visite che l’ispettorato del lavoro ha compiuto nella sua attività. Ha chiesto a Mitsotakis cosa avrebbe fatto lui, con l’azione dell’Ispettorato del lavoro. La risposta di Mitsotakis, non si è fatta attendere: per non ostacolare l’imprenditorialità, è disposto a passare come un rullo compressore, su tutto ciò che intralcia il suo sviluppo senza dire quali fossero gli ostacoli. Interrogata sulla questione, la portavoce del partito Zacharaki non ha dato risposta ma si può immaginare che il riferimento fosse al divieto di sette giorni di lavoro, alle 8 ore, ai controlli da parte dell’Ispettorato del lavoro per il rispetto della legge sul posto di lavoro. È bene ricordare che, ND come governo ha ridotto nel giro di una notte, con legge, il salario minimo del 22% e 32%, per i giovani ha adottato il salario “sub-minimo”, ha abolito i principi di base della contrattazione collettiva, ha abolito una serie di leggi di protezione del lavoro, ha declassato l’Ispettorato del lavoro, e ha coltivato il terreno per l’aumento della delinquenza sul posto di lavoro consegnando il lavoro nero al 20%, la disoccupazione al 26% e la disoccupazione giovanile al 60%. ND come partito di opposizione ha votato contro il ripristino della contrattazione collettiva che ha portato il governo SYRIZA alla Camera, contro una serie di leggi di protezione del lavoro, contro le leggi sul lavoro non dichiarato e non pagato, per i lavoratori negli appalti e ha caratterizzato tutte questi provvedimenti come “ossessioni della sinistra”. Il dilemma è molto grave. La possibilità che in Grecia si restauri un vecchio sistema politico, corrotto e corruttibile, con un alto tasso di clientelismo e di pericolosità è alto. I propositi di Nuova Democrazia, potrebbero tradursi in un nuovo memorandum che destabilizzerebbe il paese e che si ritorcerebbe di nuovo sulle fasce deboli della popolazione, quelle che hanno già assaporato l’amarezza delle politiche di austerità e che non meritano questo ritorno. Un voto a Syriza, invece, significa portare avanti il lavoro di un governo che ha iniziato un profondo cammino riformatore e lo ha fatto senza escludere nessuno. Lo ha fatto pensando ad una Grecia dei molti e per i molti, che imbocchi la strada del progressismo e di una giustizia sociale per tutti.