INDIGNA MA NON STUPISCE IL RAZZISMO PADRONALE A LUMEZZANE (BRESCIA)

INDIGNA MA NON STUPISCE IL RAZZISMO PADRONALE A LUMEZZANE (BRESCIA)

A Lumezzane, provincia di Brescia, migliaia di fabbriche, costruite col sudore di centinaia di migliaia di immigrati, prima meridionali oggi extracomunitari. Cittàdina ricchissima con tanti piccoli e medi imprenditori che esportano in tutto il mondo. Molti di loro profondamente reazionari, qui si lavora e niente sindacati, conosciuti proverbialmente come tali anche nel resto del padronato bresciano. A Lumezzane durante la repubblichetta fascista di Salò il collaborazionismo imprenditoriale coi nazisti fu diffuso, i partigiani lo raccontavano con rabbia ed indignazione. Nel dopoguerra, fino alla Strage di Piazza della Loggia, Lumezzane fu sede di gruppi neofascisti e di ricchi finanziatori del MSI di Almirante. Evidentemente il filo nero di quel fascismo padronale è giunto fino ai razzisti di oggi, che non si vergognano di pretendere che solo i bianchi facciano consegne in fabbrica. Quel filo nero a Lumezzane c’è sempre stato, ma riemerge oggi sfacciatamente perché al governo c’è Salvini, che in quello filo nero si arrotola con gusto e ottusa protervia.