PERCHÉ È ATTUALE IL SOCIALISMO E PERCHÉ SE NE DEVE DISCUTERE NEL PD

PERCHÉ È ATTUALE IL SOCIALISMO E PERCHÉ SE NE DEVE DISCUTERE NEL PD

La ILO, organizzazione internazionale del lavoro, ci fa sapere che il 10 per cento dei lavoratori più poveri dovrebbe lavorare tre secoli per avere lo stesso reddito del 10 per cento che guadagna di più. Inoltre ci informa che a livello globale la quota di reddito nazionale destinata ai lavoratori – e non al capitale – sia diminuita dal 53,7% nel 2004 al 51,4% nel 2017.Intanto, permangono i paradisi fiscali e le grandi evasioni delle multinazionali che non pagano le tasse dove producono reddito.Il neoliberismo ha teorizzato e convinto molti che far pagare le tasse ai grandi capitali e ai redditi più alti sia ingiusto e dannoso.Dopo i trenta gloriosi del capitalismo liberista trionfante, solo un’idea nuova di socialismo può aprire una prospettiva diversa sia sul piano della giustizia sociale, sia su quello dello sviluppo e dell’occupazione, perché senza grandi investimenti pubblici e senza una diffusa ridistribuzione della ricchezza non potrà esservi neanche un futuro sostenibile, di benessere e di serenità.Se la sinistra e il PD hanno paura delle grandi idee, come quella del socialismo, sarà difficile trovare un messaggio forte, il sogno di un futuro migliore, che produca nell’opinione pubblica la svolta politica e culturale di cui c’è bisogno.A far gara con gli avversari solo sul presente, come si è già visto, vincono i nazionalpopulisti e i loro facili slogan: reddito per tutti, prima gli italiani, meno tasse per tutti.Il PD sta dando i segni di una ripresa del dibattito interno, ma ancora troppo condizionata da conflitti, personalismi e tensioni.Io credo che invece è innanzitutto di cultura politica che il PD ha bisogno di parlare, per costruire il progetto e il programma per il Paese.Nel PD possono convivere tendenze ideali diverse.Calenda, che a mio avviso non dovrebbe lasciare il Pd per fondare un nuovo partito, sta facendo uno sforzo serio per gettare le basi di un’area liberal-democratica.Per aprire un dibattito adeguato, è necessario che si formi presto anche un’area ispirata ai principi e agli ideali del socialismo democratico.Altrimenti dovremo assistere ad un proliferare di convegni e incontri con il rischio che il PD dia di se stesso un’immagine negativa, di partito diviso in gruppi di potere in lotta tra loro.L’idea del socialismo, come dimostra il dibattito in tutto il mondo occidentale, in Europa e negli USA, vive una fase, allo stesso tempo, di crisi e di rinascita.Sarebbe davvero uno strano destino della storia se in Italia, dove la sinistra è sempre stata forte sfiorando con i suoi partiti il cinquanta per cento, considerasse l’idea socialismo come un ferro vecchio da buttare, di cui vergognarsi, senza un impegno a rinnovarla e attualizzarla.Cosa caratterizza a mio parere questa cultura politica?La consapevolezza che il capitalismo e il mercato lasciato a se stesso producono contraddizioni, diseguaglianze e crisi sociali e ambientali che possono essere distruttive fino alla catastrofe, che occorre quindi avere e sviluppare una capacità critica dell’esistente e un’azione per indirizzare la società verso obiettivi di benessere diffuso, ridistribuzione, sostenibilità ambientale, in modo da garantire a tutti il più completo sviluppo della propria personalità.Peculiare del socialismo è la convinzione che queste finalità si raggiungono organizzando la rappresentanza democratica del lavoro, dei ceti popolari medi e bassi, degli emarginati, di coloro che per collocazione sociale o condizione personale vedono conculcati i propri più elementari diritti sociali, civili, individuali.Proprio l’avere smarrita questa peculiarità ha portato il PD ad essere identificato con “i potenti” e a perdere il legame con gli strati sociali popolari, senza cui la sinistra non ha ragione di esistere.Ecco, senza il coraggio di mettere in campo la parola socialismo, come elemento forte, della nostra identità, io credo che non ci riprenderemo dalle nostre difficoltà e che lo smarrimento della sinistra e del PD dureranno a lungo.Che poi questa identità socialista possa convivere con altre identità, come quella liberal-democratica, io lo ritengo non solo possibile ma anche auspicabile.