SE L’UE È QUESTA DIFFICILE CHE ABBIA UN FUTURO
Tra i nuovi responsabili a Bruxelles non ce n’è uno di spessoreSE L’UE E’ QUESTA, DIFFICILE CHE ABBIA UN FUTURONeocommissari deboli: riflettono i Paesi del continente – Il futuro presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è considerata in Germania il ministro peggiore (o almeno il più debole) del governo di Angela Merkel. E’ peraltro sua fedelissima, l’Ue conferma di fatto la guida tedesca, da cui non riesce a staccarsi. D’altra parte è il Paese più forte sotto ogni punto di vista. Tutti glia ltri hanno dei problemi, vediamoli: – Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, che riunisce tutti i capi di Stato e di governo dell’Ue, è belga, un Paese allo sbando, considerato il vero entre molle dell’Unione europea, dilaniato dai venti separatisti, da esecutivi sempre più deboli. Con questo retroterra, Michel dovrebbe guidare l’organismo di fatto più importante dell’Ue. – L’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la sicurezza Josep Borrell viene da un governo, quello di Pedro Sanchez, che tutt’ora rischia di non avere la maggioranza in parlamento. La Spagna di questi ultimi anni, a parte l’economia che non va benissimo, ancorché dipinta con forzature dai media, in realtà ha subito elezioni a valanga, maggioranze inesistenti e c’è la Catalogna che preme per la secessione. – David Sassoli alla guida del Parlamento europeo per due anni e mezzo non ha alcun sostegno del governo italiano, non rappresenta un partito di maggioranza e non ha le idee chiare sulle richieste di cambiamento in Europa e anche se le avesse non avrebbe la forza per guidare un simile processo. Tajani almeno aveva il Ppe alle spalle, Sassoli è espressione di una sconfitta doppia: il Pd che lo ha portato a Strasburgo e il Partito socialista europeoambedue usciti sconfitti dalle elezioni, sia a livello nazionale, sia europeo. – Christine Lagarde, la nuova guida della Banca centrale europea è la stessa che fece addirittura un pubblico mea culpa per come si comportò l’Fmi che presiedeva ai tempi della crisi greca. Ma non va dimenticato anche il suo essere francese, legatissima al presidente Nicolas Sarkozy che nel suo mandato ha devastato la Libia, coperto di scandali l’Eliseo. Ora è con Macron, l’altro Paese forte dell’Ue. In questo articolo ho utilizzato le note di Lorenzo Vita, giornalista che si occupa di Esteri nella redazione del Giornale on line.
