A ROMA, A PRIMAVALLE, C’È LA GUERRA
A Roma, a Primavalle, c’è la guerra. Da una parte c’è lo Stato, nella persona del ministro Salvini, che manda centinaia di poliziotti, mezzi d’assalto blindati, camionette, idranti ed elicotteri, a sgomberare 300 persone, 87 famiglie, più di ottanta minori, dalla ex scuola nella quale vivono. Dall’altra parte ci sono i poveri. Lo stabile è pubblico, la decisione di sgomberarlo non è dovuta all’urgenza di riconsegnare una proprietà a qualcuno.Si tratta semplicemente di una prova di forza, l’ennesima, contro gli ultimi. Adesso sono arrivati gli emissari del Comune di Roma, che stanno proponendo all’ultimo momento dei centri di accoglienza e delle case famiglia come sistemazione alternativa.Salvini non aveva previsto neanche quella.Per il ministro dell’interno, quelle famiglie, quei bambini, potevano tranquillamente finire sotto un ponte o in mezzo a una strada.E chi non dovesse accettare, lì finirà. Per lui è importante far vedere “quanto ce l’ha lungo e duro”.A lui interessa far vedere quanto è forte e coraggioso a mandare centinaia di uomini in assetto da guerriglia urbana a sbattere fuori dalla loro casa quelle persone. Che grand’uomo, quel ministro che esercita il potere dello Stato contro donne e bambini, strappandogli via il niente che hanno. Che uomo coraggioso, quello che se la prende con chi non può difendersi, come per ostentare i muscoletti flaccidi in spiaggia.Quasi non sembra lo stesso che tempo fa scappava a gambe levate vedendo avvicinarsi una manifestazione dei centri sociali, quasi non sembra lo stesso che si è fatto salvare dai suoi compari grillini, in modo da non dover affrontare un processo per sequestro di persona Quasi non sembra quell’uomo spaventato lì, vero? È davvero un grande uomo, quello che manda i blindati a strappare una madre e un figlio dalla topaia che chiamano “casa”.
