VENEZIA 76. A VENEZIA RISUONA UN COLPO DI GONG, STORIA DI INTRIGHI E DELITTI

VENEZIA 76. A VENEZIA RISUONA UN COLPO DI GONG, STORIA DI INTRIGHI E DELITTI

A Venezia risuona un colpo di Gong. È nell’interpretazione scintillante di Gong Li gran parte del fascino di “Saturday Fiction” di Lou Ye, complicato intrigo di donne, vicoli e delitti in una Shangai torbida, in bianco e nero, dove da un momento all’altro ti aspetti di veder spuntare il trench di Humprey Bogart, o Ingrid Bergman in abito da sera, o Marlene Dietrich che seduce un ufficiale giapponese. Ha cinquantaquattro anni, Gong Li. E sei costretto a leggere due o tre volte la data di nascita su Wikipedia perché non ti capaciti. La vedi all’incontro stampa, ed è perfetta, la pelle liscia e tesa, luminosa, i capelli neri raccolti, non una ruga, gli occhi scintillanti. Vestita di nero, con sobria eleganza, le spalle scoperte e due lunghi orecchini. A Venezia, Gong Li si rivelò al mondo nel 1991 con “Lanterne rosse”, film di una sensualità e di una perfezione indimenticabili, Leone d’argento in quella edizione. L’anno successivo, lei vinse la coppa Volpi come miglior attrice per “La storia di Qiu Ju”. Era lei, senza ombra di dubbio, l’icona della rinascita del cinema cinese. Con i film fatti insieme all’allora compagno Zhang Yimou. Saranno sei in tutto. Il giorno della coppa Volpi, aveva ventisette anni. Altrettanti ne sono passati da allora; ma sul suo volto sembra non sia trascorso un giorno. L’amore con Zhang Yimou appartiene al passato; il presente è il matrimonio col musicista Jean-Michel Jarre, star della musica ambient, uno che ha venduto 80 milioni di album. Ah.Per chi volesse saperlo, Gong è il cognome. In Cina si usa così. In “Saturday Fiction”, film che ha il sapore dei grandi classici degli anni ’40, “Il mistero del falco” o “Casablanca”,siamo nella Cina sotto l’occupazione giapponese alla vigilia dell’attacco di Pearl Harbor. A Shanghai è in atto una guerra di spie, fra hotel lussuosi, intercettazioni telefoniche e le prove di uno spettacolo teatrale che vede protagonista Gong Li, attrice che nasconde più di un segreto. Miss Gong, che tipo di esperienza è stata girare “Saturday Fiction”?“È un film molto teatrale, non soltanto perché io recito un’attrice. Ma perché tutte le riprese si svolgevano in lunghi ciak, senza interruzioni. Eravamo come su un palcoscenico di teatro,e questo era molto stimolante, difficile e bello”. Vedendo il film si pensa talvolta a “Casablanca”, il film con Humprey Bogart e Ingrid Bergman. Sentiva qualcosa di simile?“Il regista, Lou Ye, è un grande appassionato del cinema classico americano, quindi è possibile che certe atmosfere siano penetrate anche in questo film”. Come ha preparato il suo personaggio?“Leggendo la sceneggiatura ho trovato molte sfide. Siamo stati una settimana, insieme al regista, a parlare, soltanto parlare, perché potessi capire bene il mio personaggio a livello interiore. Lei è una spia, ma anche una donna piena di bontà; sa uccidere, ma sa amare. Ha un lato durissimo e un lato morbido”. Molti film cinesi escono più facilmente all’estero che in Cina. Al regista, Lou Ye, è stato proibito di girare per sette anni, dopo che aveva mostrato ai festival internazionali i film precedenti. Questo film uscirà anche nelle sale cinesi?“Sì. IL regista ha avuto anni difficili, con molti problemi nel fare approvare i suoi film dal governo cinese. Ma non è questo il caso. Oggi a Venezia è l’anteprima mondiale, ma ci sarà una anteprima cinese il 7 dicembre, nell’anniversario dell’attacco di Pearl Harbor, il giorno in cui il mondo scoppiò”. Gong Li sarà anche nel prossimo film Disney “Mulan”, remake in live action dell’omonimo film di animazione. A dirigerla, la regista neozelandese Niki Caro.