GLI AVVERSARI DELLE RIFORME

Gli avversari delle riforme per l’Italia del M5S sono due: Renzi e Salvini. Salvini ha fatto cadere il governo col M5S in forme ridicole – fra mojito e cubiste– ma obbedendo ai diktat dei poteri forti di finanza e industria e delle classi ricche del nord est. Poteri forti che erano stanchi di una macchina da consenso Salviniana – fra selfie e teatrini con le ONG – completamente incapace di indirizzare le scelte economico-industriali di governo a loro vantaggio: le politiche socio-economico-industriali del M5S a vantaggio di lavoratori, poveri e disoccupati sono stati il vero obiettivo della sfiducia di Salvini manovrata dai poteri forti. Il loro obiettivo erano nuove elezioni subito vittoria di Salvini con l’alleanza e sotto la tutela di Berlusconi. Cosa non ha funzionato? Solo un ingranaggio non previsto: Renzi. I poteri forti e Salvini ci contavano: era quello che aveva detto no al governo con il M5S da Fazio, era quello dei popcorn. Cosa è successo? Renzi non è cambiato per nulla, è solo rimasto incastrato nelle tempistiche: se si fosse andati a votare subito il PD zingarettiano non avrebbe candidato mezzo renziano e Renzi sarebbe stato emarginato definitivamente e – d’altra parte – non aveva avuto il tempo per riprendersi il PD o fondare un nuovo partito. Renzi non è cambiato affatto: è stato solo l’istinto di sopravvivenza personale a portarlo a premere per un accordo con il M5S, se fosse stato segretario del PD non lo mai avrebbe fatto: sarebbe andato felice a nuove elezioni. Questo ci dice quale è il rischio massimo del nuovo governo: Renzi. Se e quando si riprenderà il PD o quando avrà la forza di fare un proprio movimento questo governo cadrà. Renzi, come Salvini, è contrario alle riforme del M5S e proverà in tutti i modi a sabotarle.