SCENDE IN CAMPO IL NUOVO CORSO, LAMORGESE ATTESA A BERLINO

SCENDE IN CAMPO IL NUOVO CORSO, LAMORGESE ATTESA A BERLINO

Un passo alla volta, ma con buonsenso. Il percorso non è dei più facili, tra detriti sovranisti e ritardi accumulati proprio grazie a questi ultimi. Era chiaro, forse addirittura auspicabile che il nodo principale della “questione profughi” chiamasse in causa il tanto boicottato accordo di Dublino. Ed è così che venne il momento del debutto della ministra Lamorgese, invitata a Berlino per il prossimo mercoledì dal suo omologo Tedesco, Horst Seehofer.La spocchia tedesca si avverte tutta, e la spia luminosa si accende quando si nota la frenesia con la quale, un paese come la Germania, forza la mano nella ricerca di accorciare le distanze attraverso la ratifica di accordi bilaterali, come già è avvenuto con Grecia e Spagna. Per nostra fortuna Herr Seehofer non si troverà di fronte una persona sprovveduta ma bensì una ministra che, durante il suo lavoro come Prefetto del capoluogo Lombardo, fu la promotrice di un protocollo d’intesa per l’accoglienza che ottenne un ottimo riscontro tra i sindaci dell’area metropolitana di Milano. E non è poco, fidatevi! La questione principale resta quella dell’accoglienza dei profughi da parte dei paesi cosiddetti “di confine”, che non può non passare da una seria riforma dell’accordo di Dublino.Come dice la stessa ex Europarlamentare Elly Schlein, “sono gli egoismi degli Stati che bloccano la soluzione, l’unica via possibile è la solidarietà interna e la via da percorrere l’abbiamo già trovata: è la riforma del Regolamento di Dublino. Il Parlamento europeo l’ha approvata con la maggioranza dei due terzi a novembre 2017 ma l’adozione viene bloccata dal Consiglio, dove agiscono appunto gli Stati. Sono i governi amici di Matteo Salvini che lasciano ancora in piedi la versione di Dublino con il criterio del “primo Paese d’ingresso”, che vincola la richiesta di asilo allo Stato in cui il migrante sbarca.A dirla tutta non si tratta di cosa facile, anche se dalle prime dichiarazioni fatte, le proposte del ministro Seehofer, che addirittura si dichiara disposto a farsi carico del 25% dei profughi, sembrano andare nella direzione giusta che è poi quella condivisa anche dall’Italia:”un’intesa più ampia, che preveda anche degli incentivi per i “volenterosi” o dei meccanismi punitivi per chi si rifiuta di accogliere migranti”. Scendere nel dettaglio delle divergenze che da anni fermano il percorso di riforma di questo trattato, un tempo chiamato “accordo”, è sicuramente impegnativo e lungo.Egoismo e mancanza di volontà trasformatasi in un vero e proprio ostracismo, soprattutto da parte dei paesi del Gruppo di Visegrad (cari amici di Salvini e Orban), hanno fatto in modo di tenere in ostaggio il Vecchio Continente. La mancata risposta a questioni come quella dei flussi migratori (è riduttivo parlare solo di profughi, ndr) ha permesso la crescita di uno dei fenomeni politico-sociali più pericolosi degli ultimi decenni, il sovranismo.Il compito della ministra Lamorgese può benissimo essere considerato come il primo vero banco di prova di un governo che sta mettendocela tutta per invertire una rotta che era sul punto di portarci sulla via del non ritorno. La sensibilità di una Donna, la professionalità e la competenza di chi ha già dato prova di non mostrare i segni dell’incertezza, fanno ben sperare.La strada per Dublino passa da Berlino, alla guida una driver di prim’ordine.