RENZI, IL NUOVO ALFANO
Renzi, il nuovo Alfano. Nessuna sorpresa. Renzi – novello Alfano – va via dal PD. La banalità e la politica da bassa cucina sono sempre stati i tratti distintivi dell’ex premier. Il suo percorso era completamente prevedibile: – prima ha invertito a 180 gradi la propria posizione passando dalle dita unte di popcorn a sponsor del governo M5S-PD. Nessun cambio di idea o opinione, anche perchè Renzi non ha idee, se non la conservazione del proprio potere. Renzi odia ilM5S e non odia nè Berlusconi, nè Salvini: era solo terrorizzato da nuove elezioni a breve che, dentro il PD, lo avrebbero emarginato totalmente;– fatto il governo ha iniziato “alla Salvini” – e quindi in modo ridicolmente scoperto – a picconarlo con una polemica imbarazzante sui Toscani assenti fra i sottosegretari .– il passo successivo segue il filo della più totale banalità renziana. Uscire per tempo dal PD e testarsi nei sondaggi come soggetto di destra, novello Alfano aspirazionalmente imbarazzante Micron, con ridicole ambizioni da collettore degli elettori Berlusconiani anche di quelli neoliberisti arrivati alla Lega. E ora? Ora Renzi gongola, le somiglianze col Salvini del Papete sono tremende: crede di avere in mano il governo. Ma quello che manca ai piccoli tattici da bassa cucina della politica – come Salvini e Renzi – è una visione politica oltre l’orizzonte di un Papete, di una Leopolda, di una Pontida, oltre l’orizzonte dei propri adoranti fans. E infatti ora Renzi è nello stesso vicolo cieco di Salvini. Se sta a governo non incide se lo fa cadere paga. Al M5S il diritto-dovere di approvare ogni cosa dia fastidio a Renzi.
