CIPRO, STUPRO DI GRUPPO MA L’ACCUSATA È LA DONNA

DI CLAUDIA SABAHa 19 anni, la ragazza inglese che lo scorso luglio, durante una vacanza a Cipro, ha denunciato di aver subito uno stupro di gruppo.Accusati delle violenze, una dozzina di ragazzi israeliani chein un hotel di Ayia Napa, avevano poi filmato e diffuso la scena secondo il manuale di uno squallido “revenge porn”.Ma il processo, magicamente, non verterà sullo stupro.Vedrà invece la ragazza, imputata per falsa denuncia.Dopo un lungo interrogatorio da parte della polizia, la giovane ha infatti ritrattato tutto.I dodici israeliani, tutti tra i 16 e i 18 anni, sono intanto tornati in patria accolti quasi come eroi.Lei, è stata invece arrestata e rinchiusa in carcere per due mesi.Alla fine, sotto accusa è finita la presunta vittima.Che denuncia di aver subito forti pressioni psicologiche per ritrattare tutto.Cipro accoglie circa un milione trecentomila turisti britannici e 230mila israeliani ogni anno.E questo caso avrebbe senz’altro rappresentato un danno economico per il paese.Così, dopo la denuncia, la presunta vittima viene di nuovo convocata al posto di polizia.Sottoposta per ore a un estenuante interrogatorio, è costretta a ritrattare tutto.“Mi dissero che se non avessi firmato la dichiarazione in cui ritrattavo tutto, avrebbero arrestato i miei amici”.Lo ha raccontato durante l’udienza in tribunale qualche giorno fa.Con se’, neppure un avvocato a difenderla e tantomeno un interprete.“La polizia non ha fatto rilievi nella stanza d’albergo dove è avvenuto il presunto stupro né ha organizzato un riconoscimento dei presunti violentatori. Dai cellulari dei ragazzi israeliani non sono stati scaricati i messaggi e questo è scioccante, perché è una delle prime cose che ci sia aspetta siano fatte. Inoltre non c’è alcun video dell’interrogatorio cui è stata sottoposta la ragazza”, afferma Michael Polak di Justice Abroad, che aiuta chi deve confrontarsi con i sistemi giudiziari stranieri.L’esito della vicenda potrebbe essere stato influenzato dalle relazioni diplomatiche tra Israele e Cipro.Alcune organizzazioni internazionali, intervenute sulla questione, hanno duramente condannato i metodi locali.La stessa Susana Pavlou, direttrice dell’Istituto Mediterraneo per gli studi di genere a Nicosia, fa rilevare la mancanza di video nell’interrogatorio della ragazza e la non accusa immediata ai ragazzi israeliani che “sono tornati in patria senza neanche una tirata d’orecchie nonostante avessero messo in circolazione i video in cui si vedeva la ragazza avere rapporti sessuali con loro”.Il processo, riprenderà il primo novembre quando uno psicologo britannico, verrà sentito percertificare le condizioni della ragazza che soffre ora, di forti disturbi da trauma.Purtroppo, il pregiudizio, è ancora troppo vivo in certi paesi.Quando si tratta di “giudicare” la violenza, a vincere, è sempre l’orgoglio del maschio.https://www.justiceabroad.co.uk/news/update-17-october-2019-british-teen-released-on-bail-and-faces-october-trial-in-cyprus-after-reporting-group-rape