IN VIAGGIO A SALAPARUTA, ALLA RICERCA DELLE NOSTRE ORIGINI PERDUTE
Ci saremmo volute andare insieme a Salaparuta, quel paesino dal nome mitologico dei nostri racconti familiari, alla ricerca delle nostre origini sicule perdute. Te lo avevo promesso tanto tempo fa. Il nostro viaggio in Sicilia, nella terra del sole e della luce che acceca, nell’altra nostra isola del cuore, quella di tuo papà Corrado che un po’ è stato anche mio papà. Poi la tua morte improvvisa ha inghiottito anche questo progetto. Ma le promesse si mantengono. Anche quando fanno salire i nodi in gola. Così il 3 novembre 2019 abbiamo compiuto la missione. Con me, Annalisa e Grazia, due pezzi del nostro cuore. Prima siamo andate ancora più Sud, nella greca Selinunte, do you know? Poi ci siamo arrampicate per chilometri di strade deserte. Solo filari di viti e fango in terra. La Salaparuta dove è nato nonno e dove la tua nonna Calogera, quella dalla quale hai preso il nome, lo ha allevato unico figlio e unica consolazione di un matrimonio diventato quasi subito vedovanza, come sai non c’è più. Il terremoto del Belice l’ha spazzata via 51 anni fa. La hanno ricostruita a quattro chilometri di distanza. Così siamo andate nella nuova Salaparuta e ad accoglierci, devo dirti, è stata la desolazione di un paesino in mezzo al niente, pieno di case ormai vuote e di anziani. Però gentili, davvero. Curiosi per queste tre forestiere che si aggiravano in un pomeriggio domenicale alla ricerca di non si sa bene che. Che sapore hanno le origini, mamma? Non lo so. Le nostre quaggiù sembrano abituate a fare da sole, a non illudersi troppo, ma comunque sono di una gentilezza travolgente. Una ragazza giovane e carina ci ha indirizzato verso il “centro”: un presepe, gli auguri di Natale impressi su una pietra di 15 anni fa, dei bimbi che giocano, una piazzetta piena di nulla e in fondo un bar dove ho comprato le caramelle al limone che per me da ora in poi sarà sempre il sapore di Salaparuta. L’idea era di comprare qualcosa al bar per aumentare il misero incasso della giornata. E invece un’altra ragazza Ci ha fatto perfino lo sconto… commovente. Poi in macchina verso l’altra Salaparuta, quella di nonno, quella che non c’è più . I ruderi di case senza più tetti, senza più pavimento, sventrate in cucina o in camera da letto raccontano la vita interrotta in un attimo. Tra i morti ho letto pure una N. che aveva il cognome di tua nonna. Non so se fosse una nostra parente. Di Aloi invece ne resta uno vivo, un single che si occupa di informatica, ma non l’ho trovato ancora. Lo cercherò. Non so bene perché ma vorrei raccontargli di nonno, di quel meraviglioso uomo di antichi principi, integerrimo e profondamente solo che la nostra Cagliari ha accolto per sempre. Il cielo si è coperto di nuvole e i corvi, forse gli stessi che danno il nome al vino tanto rinomato di queste parti, hanno cominciato a rincorrersi come impazziti.
