NIENTE PACE PER LA RAGGI: TROPPI CAMBI A ROMA

Quasi da contraltare di quanto succede a Torino, la giunta Raggi continua il sua altalenare fra crisi vere e presunte. Di ben concreto ci sono le instabilità che affliggono la guida della Capitale d’Italia che rimane sospesa fra un clima generale di attacco all’arma bianca ed una incapacità di trovare una quadratura nella stessa formazione che dovrebbe risolvere i mali antichi e moderni della città.In tutto questo il passare delle stagioni non riesce a portare alcun sollievo. Sembra non arrivi alcuna acquisizione d’esperienza.Sintomatiche le reazioni sui fatti collegati agli sgomberi delle case occupate che hanno praticamente isolato la Giunta ancora di più.Adesso regione, istituzioni dello Stato sul territorio e la stessa Chiesa si sono in pratica unite nello stigmatizzare e nel prendere le distanze dalla giunta. Un isolamento che rischia di accentuarsi per la fragilità della struttura stessa guida capitolina che non riesce a trovare la stabilità necessaria.Dunque difficile pensare ad attuare un benché minimo programma finché la Raggi non riuscirà a dissolvere le nebbie nella sua stessa formazione.Sintomatico il cambio repentino dell’assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo.La Raggi ringraziandolo per il lavoro portato avanti finora e confermando la stima personale nei confronti dell’ex assessore, ha ricordato che: “La priorità resta quel progetto che ha portato il M5S in Campidoglio”. A sostituirlo e’ arrivata una delle colonne della giunta Nogarin, da Livorno.Ecco così che Gianni Lemmetti, dalla città labronica, si trasferirà con le sue esperienze alla Capitale in soccorso della Raggi.“Da oggi si occuperà di bilancio e dei conti di Roma”, ha postato prontamente la sindaca su FB.Lemmetti, punta di diamante della giunta Nogarin, viene considerato una delle figure più fedeli alla linea “ortodossa” del Movimento, quella storica rappresentata dallo stesso Grillo e dallo staff della Casaleggio Associati.La collaborazione con Mazzillo era saltata malgrado avesse l’incarico più delicato di tutta la giunta, quando a fine di luglio, l’assessore aveva aspramente contestato la sindaca Raggi, dichiarando ad un importante quotidiano nazionale che: «Qui serve una svolta, continuando così andiamo a sbattere. Va a sbattere tutta la città».Non contento aveva aggiunto ad un altro organo d’informazione di essere contrario agli “assessori pendolari”, altra piaga della Giunta, cioè a quei dirigenti, provenienti da realtà completamente diverse, scelti da Raggi per riempire gli incarichi nella giunta causati dalle numerose dimissioni di assessori e manager.Poi, non contento, erano arrivati gli affondi, le nuove accuse ad aver perso i contatti con i cittadini: “Si rischia di passare dal commissariamento dell’Atac a quello del Comune. Sono certo che le preoccupazioni sono condivise. Qui servono persone che conoscono i problemi di Roma. Il Movimento ha al proprio interno queste risorse. Purtroppo nelle logiche successive alla vittoria elettorale ha prevalso l’idea di un meccanismo che forse serviva a evitare la diaspora, i cambi di casaca ”.Alla reazione della sindaca erano arrivate le scuse solo formalmente accettate. Mazzillo aveva lasciato le sue deleghe al Patrimonio e alla Casa, per concentrarsi solo su quella al Bilancio. Niente da fare.Il tutto era stato seguito dalle voci di una Raggi che peregrinava in cerca di un sostituto. Voci che con il passare dei giorni si erano fatte evidenti e concrete.Dunque un periodo vissuto pericolosamente quello della Raggi, un ciclo iniziato un anno fa con le dimissioni del super-assessore Minenna.Il primo cambio in giunta era arrivato con l’addio dell’ex responsabile dei conti e delle partecipate, Marcello Minenna, il 1° settembre 2016. Le deleghe del “super-assessore” erano state divise fra due nuovi responsabili, dopo un mese di trattative, compreso anche l’incarico lampo subito ritirato, a Raffaele De Dominicis perché come spiegò la Raggi erano «venute meno le condizioni politiche per il rapporto fiduciario». Andrea Mazzillo così riuscì ad occupare il ruolo del precedente assessore al Bilancio, tranne che per la delega Partecipate che andò a Massimo Colomban (anche lui vicino alla Casaleggio). Minenna ebbe a giustificare la sua decisione con il «deficit di trasparenza» nella gestione della procedura di revoca della delicatissima e nevralgica figura amministrativa del Capo di Gabinetto, Carla Raineri che andrà a togliersi i sassolini, il 6 settembre 2016, sui principali quotidiani, dichiarando a sua volta:“La verità è che ero ‘scomoda’, avvertita come un corpo estraneo, come un nemico da abbattere”. Le acque restano però agitate ed il 12 dicembre del 2016 e’ la volta dell’assessore all’Ambiente, ad abbandonare. Paola Muraro dovrà comunicare alla sindaca di aver ricevuto un avviso di garanzia, indagata per presunti reati ambientali, già da aprile e di conseguenza aver rassegnato le sue dimissioni. Un colpo duro per la Raggi che l’aveva sempre sostenuta e difesa sulla questione della gestione dei rifiuti. La sindaca si troverà costretta ad assumersi la delega all’Ambiente, per poi affidarla a Pinuccia Montanari. Arriva il febbraio del 2017 e questa sarà la volta di Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica. Gravi le sue dichiarazioni dopo aver lasciato l’incarico: «Mentre le periferie sprofondano in degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma». Il suo posto verra preso da Luca Montuori, architetto romano, professore associato all’Università Roma Tre e già capo gabinetto di Luca Bergamo, vice-sindaco della Raggi. Ma le preoccupazioni non finiscono perché è bene ricordare che per le prossime settimane ci saranno altre defezioni nella giunta. Questa volta sono annunciate perché Massimo Colomban, assessore alle partecipate, imprenditore veneto e proprietario di una multinazionale che opera nel settore dell’edilizia, in un’intervista concessa a luglio al Messaggero, dichiarerà: “La sindaca lo sa: sono stato chiamato per una missione, a settembre ritengo che il mio compito potrà dirsi esaurito. A settembre conto di ritornare in toto alle mie attività, il mio è un assessorato di scopo, quindi a tempo, sto completando tutta la riorganizzazione della governance delle partecipate. Il gruppo di lavoro va avanti spedito, il dossier è a buon punto, presto lo presenteremo”.