CIO’ CHE NON SAPEVO DI VENEZIA

CIO’ CHE NON SAPEVO DI VENEZIA

Ricordo il mio primo incontro da adulto con Venezia. Era l’agosto del 1993, ed io, sceso dal treno, camminavo per calli e rii, seguendo le scarse indicazioni turistiche, finchè ad un tratto si aprì uno squarcio tra le colonne, e venni proiettato in piazza San Marco. Mi sentii come se qualcuno avesse aperto una porta nascosta, il transito da un vicolo oscuro ad uno spazio bianco immenso ed assolato fu celebrato dal volo di alcuni piccioni, che sembrarono approfittare del mio ingresso per lasciare quel luogo. Da quella volta io e la laguna ci siamo ritrovati, e ne ho approfittato per andare alla ricerca di leggende e misteri, come quella della casa del Tintoretto. Li, sulla facciata di quell’edificio, si può vedere un rilievo di Ercole con la clava in mano. Sembra che il pittore lo appose per coprire un buco da cui una strega era entrata nel giardino, corrompendo la figlia dell’artista, promettendole di farla diventare come la Madonna se avesse rubato le ostie e gliele avesse consegnate. La bambina nascose le ostie nel giardino, vicino all’abbeveratoio, ma il Tintoretto vide che gli animali si inginocchiavano invece di bere, e scoprì tutta la faccenda. Disse alla figlia di chiamare la donna, e quando questa arrivò lui la bastonò per bene, tanto che lei si trasformò in un gatto e fuggì dal buco nel muro, lo stesso coperto dal rilievo. Un altro luogo che ho voluto vedere è ilSotoportego dei Preti, attratto da una curiosa leggenda. Li infatti si trova, incastrato nella volta del portico, un cuore di pietra rosso. Si narra di un pescatore, Orio, che trovò tra le reti una sirena, Melusina. Dopo averla liberata lei non volle lasciarlo, qualcosa era nato tra loro, tanto da spingerli a vivere insieme, con la rinuncia di Melusina alla sua natura. Ma la sirena chiese ad Orio di restare lontano da casa il sabato, e lui accettò, ma la curiosità ebbe il sopravvento, e così il pescatore trovò un serpente nella propria abitazione. Scoprì trattarsi di Melusina, vittima di un maleficio annullabile solamente con l’amore ed il matrimonio. Si sposarono, ed ebbero tre figli, finchè la donna non morì a causa di una malattia. L’uomo, seppur disperato, continuò ad uscire la mattina presto per pescare, ma al ritorno trovava sempre la casa in ordine, cosa che lo insospettì, ma a cui non poteva prestare attenzione, a causa del suo mestiere. Un giorno però una tempesta lo fece rincasare prima del previsto, e trovò in casa un serpente, prontamente ucciso dall’uomo, che temeva per la vita dei figli. Ma da quel momento la casa, al ritorno, era sempre in disordine, e comprese che il serpente era Melusina reincarnata, e da quella uccisione persa per sempre. Il cuore rosso di pietra fu apposto da Orio stesso, sulla volta dove si affacciava l’ingresso della sua casa. Si dice che se due innamorati sfiorano quel cuore nello stesso momento, il loro amore durerà per sempre. Un altro luogo che visito sempre è laBasilica di San Marco, sostando a lungo davanti alle due colonne portate da Acri come bottino di guerra e come monito per i nemici della Serenissima. La loro posizione è anonima, sembrano confondersi e perdersi tra le altre meraviglie architettoniche, ma secondo alcune persone, in realtà, sono state collocate in modo tale da non costituire pericolo se qualcuno, per caso, dovesse tradurre i monogrammi in rilievo presenti sui manufatti, che consentirebbero di aprire un varco tra noi ed una diversa dimensione. Ed oltretutto rappresentano, per il modo in cui sono poste, Yakim e Boaz, le due colonne del tempio di Salomone. Ma Venezia ha un fascino che non deriva solamente dall’arte, o dai misteri, o dalla nebbia che sale improvvisa lungo i canali. E’ la storia che respira, che sopravvive nonostante l’incuria, nonostante i negozi moderni ed il ciarpame di largo consumo. Ciò che non sapevo di Venezia è che c’è ancora molto da scoprire, nonostante l’acqua alta ed il basso livello di attenzione.