DAL GIAPPONE L’APPELLO DEL PAPA A RIPUDIARE LA SMISURATA RICERCA DEL SUCCESSO

DAL GIAPPONE L’APPELLO DEL PAPA A RIPUDIARE LA SMISURATA RICERCA DEL SUCCESSO

Al Tokyo Dome, lo stadio coperto della capitale, Francesco reduce dai luoghi della Memoria tragica della seconda guerra mondiale compie un lungo giro per stare più vicino agli oltre 50 mila fedeli presenti. Lo ha fatto a bordo di un’auto targata SCV 1,  alimentata ad idrogeno che simbolicamente rappresenta un’altro dei grandi fronti del suo impegno, quello per l’ambiente, quello legato alla cura del Creato che anche qui, adesso, nella terra del Sol Levante ha tante attenzioni. Ed il pontefice in Giappone ha scoperto il calore sincero e spontaneo dell’accoglienza di un popolo probabilmente ancora ricco ma non felice.Nel corso del giro nel grande stadio si sofferma a baciare e benedire bambini e malati, presenti solo attraverso una foto portata da un parente o un amico.Siamo nella terra del carrierismo esasperato. Della competizione esasperata. Delle solitudini. Delle statistiche devastanti sui suicidi. Siamo nella terra di quel relativamente nuovo fenomeno chiamato Hikikomori. Una vera devastazione che colpisce le nuove generazioni che come una droga impone a tanti ragazzi che tanto avrebbero a stare in disparte, isolarsi da ogni forma di vita sociale, spengendosi lentamente. Una piaga che porta a livelli estremi di isolamento causata da fattori personali e sociali di varia natura e fra questi la particolarità del contesto familiare in Giappone caratterizzato spesso dalla mancanza di una figura paterna e da un’eccessiva protettività materna ma anche da una grande pressione della società giapponese verso autorealizzazione e successo personale. Qui il pontefice celebra la Santa Messa in latino. Lo fa percorrendo il tema che richiama alla protezione, alla cura della vita umana, nel nome del dono della vita umana.C’è il Vangelo di Matteo che propone la forza dell’Omelia, “Non preoccupatevi del domani”, che fa parte – spiega – del “Discorso della montagna”, in cui si descrive la bellezza della via “che siamo invitati a percorrere”. Secondo la Bibbia, dice Francesco, la montagna è “il luogo dove Dio si manifesta e si fa conoscere”.“Una montagna la cui cima non si raggiunge col volontarismo o il carrierismo, ma solo con l’attento, paziente e delicato ascolto del Maestro in mezzo ai crocevia del cammino”.Gesù, ribadisce il Pontefice, ci invita “a non agitarci e ad avere fiducia”, non certo ignorando “quanto succede intorno a noi o a diventare sconsiderati verso le nostre occupazioni e responsabilità quotidiane”. Bensì, con una “provocazione”, ci invita ad “aprire le nostre priorità a un orizzonte di senso più ampio”.Il Signore non ci invita a riconsiderare le nostre scelte quotidiane per non restare intrappolati o isolati nella ricerca del successo ad ogni costo, anche a costo della vita. Gli atteggiamenti mondani, che cercano e perseguono solo il proprio tornaconto o beneficio in questo mondo, e l’egoismo che pretende la felicità individuale, in realtà ci rendono solo sottilmente infelici e schiavi, oltre ad ostacolare lo sviluppo di una società veramente armoniosa e umana. L’opposto di un “io” isolato, segregato e persino soffocato può solo essere un “noi” condiviso, celebrato e comunicato.A Francesco preme ricordare che nell’incontro con i giovani avvenuto nella Cattedrale di Santa Maria sarebbe emerso, come raccontato nel suo saluto dall’arcivescovo di Tokyo, monsignor Tarcisio Isao Kikuchi, che anche in Giappone ci siano “persone socialmente isolate”, “incapaci di comprendere il significato della vita e della propria esistenza”.Un tarlo che rode e mina la società. Le comunità, la società, la scuola ma anche la stessa casa sembrano uscire dal loro ruolo di luoghi dove ognuno sostiene e aiuta gli altri. Dove ci si aiuta e ci si affianca ai più fragili.E questo avviene perché ormai comanda un eccessivo e smisurato senso della competizione nel nome del guadagno e della prevaricazione: “Molte persone si sentono confuse e inquiete, sono oppresse dalle troppe esigenze e preoccupazioni che tolgono loro la pace e l’equilibrio”.