MORTO VANNONI, IL SUO METODO STAMINA VENNE RICONOSCIUTO COME TRUFFA

MORTO VANNONI, IL SUO METODO STAMINA VENNE RICONOSCIUTO COME TRUFFA

Davide Vannoni, 53 anni, inventore della terapia Stamina, ritenuta una truffa dai tribunali italiani, è morto oggi dopo una lunga malattia. Il padre del metodo Stamina, che è errato definire controverso in quanto assolutamente privo di requisiti scientifici, sosteneva di poter curare con le cellule staminali malattie per le quali la scienza non aveva ancora trovato un rimedio, in particolare le patologie neurodegenerative. Vannoni  nel 2015, per evitare una condanna più severa, patteggiò presso la Procura di Torino una pena di un anno e dieci mesi per associazione a delinquere e truffa, con l’impegno a non praticare più la sua terapia. Continuò in realtà a praticarla in Georgia, dove venne arrestato per questo. Tutte le prove sperimentali eseguite dalla comunità internazionale scientifica con il metodo da lui praticato hanno dato esito negativo. Centinaia di persone senza più speranza di guarigione e senza alternative si erano rivolte a lui spendendo decine di migliaia di euro per il suo “metodo” che in realtà era un bluff. Il parlamento italiano, a seguito della pressione dell’opinione pubblica, avviò una sperimentazione nel maggio 2013. Il premio Nobel per la medicina Randy Schekman definì il metodo Stamina “criminale” e Davide Vannoni un “ciarlatano”. Infine nell’ottobre del 2014 arrivò la definitiva bocciatura da parte della commissione incaricata di valutare i presupposti per una sperimentazione. Vannoni disse di aver sperimentato personalmente nel 2007 in Ucraina una terapia basata sullo stesso principio e di aver deciso per questo motivo di importarla in Italia. Non ha mai portato una sola prova scientifica della validità della cura e gli Stati Uniti respinsero la sua richiesta di brevetto. Nonostante l’assoluta mancanza di scientificità la Stamina Foundation, da lui fondata, riuscì a ottenere il parere favorevole di Aifa e Regione Lombardia come cura compassionevole e gratuita da somministrare presso una struttura pubblica, gli Ospedali Civili di Brescia. Nel marzo 2018 il tribunale del riesame di Torino negò il sequestro di 178 mila euro in quanto non c’era prova che i soldi versati dai pazienti italiani che volevano praticare la cura Stamina in Georgia fossero finiti direttamente a Davide Vannoni.