SULLA RIAPERTURA DELL’INCHIESTA SULLA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI

SULLA RIAPERTURA DELL’INCHIESTA SULLA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI

SULLA RIAPERTURA DELL’INCHIESTA SULLA MORTE DI GIUSEPPE PINELLI E SULLE POLEMICHE CHE NE NASCONO Fuor dalle polemiche, sulla morte di Giuseppe Pinelli e sulla richiesta di riapertura dell’inchiesta, occorre partire dai dati reali. Questi dati, nuovi e fino a poco tempo fa ignorati di fatto, sono rappresentati da una corposa serie di verbali acquisiti dalla magistratura oltre vent’anni fa e rimasti ignorati fino ai giorni nostri quando grazie alle desecretazioni possiamo farci una nuova idea del tutto. Un libro, quello di Enrico Maltini e Gabriele Fuga, ha iniziato ad interessarsene sette anni fa. Poi grazie alle desecretazioni decise cinque anni fa dal governo Renzi questa materia è venuta man mano sempre più alla luce del sole.In questi verbali dei funzionari degli Affari Riservati sfilati tra il 1996 e il 1997 davanti ai magistrati Carlo Mastelloni di Venezia, Maria Grazia Pradella e Massimo Meroni di Milano si rivela una situazione “ignota” alle inchieste precedenti che hanno chiuso negli anni ’70 la vicenda di Pinelli. Quale situazione?Quella di una presenza massiccia a Milano, nelle ore in cui muore Pinelli, di funzionari degli Affari Riservati guidati da numerosi alti esponenti del servizio, Francesco D’Agostino, Guglielmo Carlucci oltre a Silvano Russomanno considerato il vicecapo del servizio.Come si fa allora a mettere persino in dubbio che Russomanno a Milano si era dotato di una scrivania di fronte a quella del capo formale dell’Ufficio Politico Antonino Allegra?Lo rivela, in quei verbali, il commissario Antonio Pagnozzi sentito dai magistrati Mastelloni e Pradella il 10 luglio 1997 a Firenze. Nel mio libro il suo virgolettato è a pagina 124.Quanto agli elementi nuovi come si fa a non considerare un elemento nuovo ciò che afferma ad esempio Giuseppe Mango, segretario dell’Ufficio Affari Riservati?Sentito il 30 aprile del 1997 da Mastelloni Mango ha rivelato che, secondo quanto Antonino Allegra aveva riferito al capo della polizia Vicari, Pinelli era appoggiato di spalle alla finestra…Di spalle?Oppure ecco le dichiarazioni del funzionario dirigente della squadra tecnico-operativa degli Affari Riservati, Guglielmo Carlucci, quando ha spiegato che Pinelli era stato fermato per le indicazioni della fonte dell’infiltrato tra gli anarchici “Anna Bolena” e che la pista Pinelli era nata dall’Alduzzi, capo della squadra degli Affari Riservati a Milano…Infine come non considerare un elemento nuovo la dichiarazione che il dirigente Francesco D’Agostino ha fatto a Mastelloni, quando riferendo del suo sbarco da Roma a Milano il 13 dicembre 1969 col collega Russomanno ricorda che fu proprio lui a portare in questura la lista degli anarchici?Consiglio di leggere per intero queste dichiarazioni nel primo capitolo del mio libro e poi in quello dedicato da pagina 102 a pagina 129 agli Affari Riservati.E infine per ultimo voglio ricordare che la magistratura milanese nel 1997 mise sotto intercettazione la casa di Antonino Allegra in cui era ospite Silvano Russomanno. Quand’è che scattano le intercettazioni? Sulle ipotesi di reato, no? Ne abbiamo poi più saputo qualcosa?