SALVINI, IL CINGOLATO E LA FORMICA

Tanto tempo fa – internettianamente parlando – si pensava in ottima fede che su questo mezzoognuno fosse più o meno pari in quanto emittente: la famosa orizzontalità della Rete che democratizza tutto, che offre le stesse possibilità di comunicazione al Presidente degli Stati Uniti e al contadino del Punjab. Non è andata così e sarebbe ora di prenderne atto, perché ne va della società intera, di tutti noi. È andata (per tanti motivi) esattamente all’opposto. In Retesi sono creati dei centri di potere straordinari, forse mai visti neppure al tempo del Re Sole. I primi fra questi poteri sono le over the top della rete stessa, le varie Google, Facebook etc – che non solo fanno profitti assurdi ma soprattuttoregolano arbitrariamente il flusso delle parole e delle immagini nel pianeta, fuori da ogni legge degli Stati e da ogni potere democraticamente eletto. Subito dopo, on line,ci sono i poteri decisamente diversi tra loro degli utenti stessi. Una piramide gerarchica molto appuntita in cuiun’élite ristrettissima ha una potenza di fuoco immensa: perché sei famoso, perché svolgi un ruolo importante, perché magari hai i soldi per farti una macchina comunicativa esperta e sofisticata che conosce le reazioni del gregge e sa indirizzarlo. In fondo alla piramide, invece, ci sono gli ignoti e gli sprovveduti: semplici utenti che non sono conosciuti se non da quattro amici o parenti, che non hanno contezza dei meccanismi dei social, che non usano i medesimi social per aumentare il proprio potere o la propria ricchezza ma solo per farsi due risate. In mezzo, tra questi due estremi, ci sono le cosiddette “microcelebrità”, a vario livello, su vari scaffali: dal giornalista più o meno noto al presidente di un Rotary, dall’assessore comunale al mediano che gioca in serie B, e così via. Abitiamo digitalmente un territorio in cuici sono potentissimi, semipotenti, classe media, piccola borghesia, proletariato e sottoproletariato. In termini di forza, dico. Quello che è successo ieri con Salvini e la ragazzina del dito medio è stato esattamentelo scontro del tutto impari tra un ciclope e una lillipuziana, comunicativamente parlando. In cui il primo, ovviamente, ha maramaldeggiato, con i suoi milioni di seguaci e la sua squadra d’attacco professionale, contro una ragazzina che sui social sta alla base della piramide. Forse la riflessione che dovremmo fare oggi quindi non è se la ragazza ha fatto bene o male; e nemmeno se Salvini è stato in passato altrettanto ineducato con il dito medio (certo che lo è stato, ma voi vi aspettate ancora coerenza comportamentale dai politici e da Salvini in particolare?). La riflessione che forse dovremmo fare è sullaenorme ineguaglianza di potere e di opportunità che c’è quando ci si incontra/scontra sui social. E siccome come noto “da un grande potere derivano grandi responsabilità”,il comportamento di chi su quel terreno ha le dimensioni di un cingolato dovrebbe essere molto responsabile, specie se ha a che fare con formiche. Cioè il contrario esatto di quello che ha fatto Salvini (e che fanno anche altri, si intende):la gogna pubblica con tanto di nome e cognome della ragazzina, lo sberleffo, la muta di cani rabbiosi consapevolmente liberati per azzannarla in massa. Consapevolmente, è ovvio, perché la Bestia funziona così. Ora, ovviamente, l’evidenza di tutto questo non cambierà il comportamento di nessun potente. Non si è mai visto un potente che fa regole o accetta codici contro i suoi interessi. Ma è una questione civile, sociale e politica urgente che dovremmo porci tutti, almeno noi che in cima alla piramide non stiamo.