FORSE PER SALVINI FINCHÉ C’È GUERRA CI SONO I PROFUGHI E QUINDI C’È SPERANZA
L’esultazione di Salvini alla notizia dell’azione ordinata da Trump che ha provocato l’uccisione del generale iraniano Soleimani e che potrebbe portare ad una ulteriore pericolosa spirale di guerra in Medio Oriente con conseguenze drammatiche sul piano umano, sociale ed economico, è allo stesso po stupefacente e sospetta.È stupefacente come i nazionalisti nostrani si accucciano ai piedi di un populista americano rinunciando a svolgere un men che minimo ruolo politico autonomo a tutela degli interessi del Paese.È sospetto il fatto che una guerra genererebbe nuovi profughi contro i quali quindi Salvini potrebbe reiterare la costruzione delle proprie fortune politiche oggi decisamente in calo.Forse è questa la ragione della dichiarazione del “capitano” che aspira alla guida di un eventuale governo di destra.Il fatto è che per svolgere un’azione seria e efficace di politica estera bisogna puntare al ruolo che può svolgere l’Europa, che finirà per subire le conseguenze delle guerre e delle tensioni non solo in Medio oriente ma anche in Libia, dove la politica del governo italiano ha registrato per ora un fallimento.L’Italia avrebbe diritto a leader politici più attenti e consapevoli, capaci di far svolgere al nostro Paese quel ruolo di media potenza che le spetta e di pesare sulla politica internazionale, contribuendo a una politica estera europea forte e unita.Ma forse è davvero chiedere troppo.
