LA QUARTA MAFIA DI FOGGIA. MAXIBLITZ DELLA POLIZIA. LIBERA CONVOCA UNA MANIFESTAZIONE

LA QUARTA MAFIA DI FOGGIA. MAXIBLITZ DELLA POLIZIA. LIBERA CONVOCA UNA MANIFESTAZIONE

Dopo l’omicidio, l’attentato e i due incendi degli ultimi giorni, a Foggia si è svolta un’operazione di Polizia giudiziaria con un centinaio di perquisizioni alla ricerca di armi, droga e latitanti. Mentre lo Stato con fatica tenta di riaffermare la sua presenza, è la società civile che si mobilita per spezzare la catena di violenza che ha provocato in soli quattro giorni un omicidio e tre attentati nella terza città della Puglia per popolazione, seconda per estensione, e ottava in Italia. Il prossimo 10 gennaio sfilerà per le vie cittadine una manifestazione indetta da Libera di Don Ciotti, che con un appello chiama alla mobilitazione la cittadinanza, le associazioni, le forze sindacali, gli studenti, gli amministratori e il mondo della chiesa. La violenza mafiosa sembra farla da padrona e gli abitanti sono lasciati in balìa della criminalità organizzata, la paura serpeggia sul territorio e per spezzare questo clima Libera chiede a tutti di schierarsi con le realtà foggiane che provano a costruire tutti i giorni un tessuto di solidarietà. Don Ciotti chiede di guardare in faccia la realtà e chiamarla con il suo nome, cosa non facile per le molte articolazioni che la criminalità ha assunto negli ultimi anni in questa parte d’Italia, spesso confinando con le realtà istituzionali. Cerchiamo allora di capire meglio cosa sta succedendo. A escludere con chiarezza che si tratti di casuali rigurgiti di bande di poco conto è l’ultimo attentato in ordine di tempo, che solo per caso non si è trasformato in una strage. L’obiettivo era Cristian Vigilante, dirigente di una Residenza sanitaria assistenziale diventato testimone chiave di un tentativo di estorsione da parte di esponenti della malavita locale. Sotto al suo Suv, parcheggiato nell’area limitrofa al cimitero, il 3 gennaio è stata piazzata una bomba potente che oltre a distruggere il mezzo di Vigilante ha provocato ingenti danni ad altre sei macchine parcheggiate vicino, fatto saltare i vetri delle abitazioni e dei negozi prospicienti la via e divelto la saracinesca di un locale. Una potenza di fuoco inusitata che seguiva di poche ore l’omicidio di Roberto D’Angelo, ucciso il 2 gennaio con sei colpi d’arma da fuoco mentre era a bordo della sua auto. Gli inquirenti presumono che una moto si sia accostata in movimento sul lato guidatore e da quella siano partiti i colpi. Gli stessi inquirenti però escludono al momento il movente mafioso, nonostante le modalità lascino pensare il contrario. A questi episodi più gravi vanno aggiunti i due incendi dolosi appiccati la notte dell’ultimo dell’anno a due bar, quasi ordinaria amministrazione visto quanto avvenuto in seguito. Per comprendere le forze che si muovono sul territorio dobbiamo parlare della cosiddetta quarta mafia, come viene chiamata la Società foggiana, un ramo della Sacra Corona Unita che ha iniziato a svilupparsi in maniera capillare a partire dagli anni ’80. “Ignorata dai media”, ha sottolineato tempo fa Roberto Saviano, un fattore che ha permesso all’organizzazione di estendere il suo potere sull’80% dei commercianti cittadini costretti a pagare il pizzo, secondo i dati calcolati dalla Questura di Foggia. L’organizzazione ripropone il modello organizzativo della Nuova Camorra Organizzata che a Napoli imperversò sotto il comando di Raffaele Cutolo negli anni ’70, una formazione agile, strutturata in batterie, gruppi di azione non molto numerosi. A differenza della struttura “orizzontale” della Camorra, che confederava con una cassa comune i gruppi del territorio sotto l’egida di “‘o Professore”, la Società foggiana ha un vertice piramidale con oltre duecento affiliati che rispondono alle tre grandi famiglie dei Sinesi-Francavilla, i Moretti-Pellegrino-Lanza e i Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. Ad accertare questa realtà tentacolare sono stati due grandi processi istruiti a inizio secolo, l’inchiesta “Double Edge”, partita con 41 arresti e conclusa con 9 condanne, e l’operazione Poseidon che nel 2004 ha concluso la sua fase processuale con 23 condanne su 30 arrestati. Per dare un’idea delle dimensioni criminali del fenomeno, va ricordato che dal 2002 al 2004 nell’area del Tribunale di Foggia si sono verificati 100 omicidi e 104 tentati omicidi. Secondo il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho oggi la Società foggiana sta mutando la sua organizzazione verso un modello più vicino invece alla ‘ndrangheta calabrese, con gradi di comando tra gli affiliati e vincoli di sangue. Alle attività classiche della criminalità, droga, prostituzione, estorsione, pizzo, gestione dei rifiuti, la Società foggiana ha iniziato a unire la capacità d’infiltrazione nella rete di collusione con la politica e le amministrazioni locali oltre che con le associazioni imprenditoriali. Al pagamento del pizzo per gli esercizi commerciale si unisce la pratica delle assunzioni guidate, l’imposizione di dare lavoro in attività pulite agli affiliati della quarta mafia. Lo stesso scenario contro cui aveva deciso di testimoniare Cristian Vigilante, il proprietario del Suv fatto saltare in aria con un carico di esplosivo che poteva causare una strage. Per ribadire che c’è un unico padrone a Foggia a cui sottomettersi, una realtà uscita dai processi che riguarda persino la criminalità spicciola che, a differenza di quanto accade in altre realtà mafiose, è tollerata ma a patto che paghi anch’essa il pizzo per delinquere. Un controllo totale del territorio a cui lo Stato per il momento non ha saputo contrapporre interventi giudiziari, economici e culturali che permettessero ai cittadini di rialzare la testa. Ed è proprio questa ormai la posta in gioco nei prossimi mesi, dove un ruolo importante verrà giocato dalle associazioni come Libera, che possono indicare anche alle strutture statali i bisogni reali dei cittadini. A partire dall’istituzione anche per Foggia della Dia e della Direzione Distrettuale Antimafia. Magari anche il fatto che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte proviene da un paese della provincia foggiana potrebbe aiutare.