CAMPIONATO CON GARBO. DYBALA E ICARDI: I PIEDI SULLO SCUDETTO

CAMPIONATO CON GARBO. DYBALA E ICARDI: I PIEDI SULLO SCUDETTO

Se tre indizi (in questo caso tre pali) fanno una prova, potrebbe essere l’anno dell’Inter. Il match clou della seconda giornata regala la copertina ai nerazzurri, che all’Olimpico resistono alla Roma e poi la castigano con il cinismo della grande squadra. In vetrina un super Icardi, che rivolta la partita con due straordinarie invenzioni, confermandosi uno dei migliori centravanti del mondo. La Roma è in controllo per 70 minuti, sembra più volte sul punto di chiuderla, ma i legni e un rigore che né l’arbitro né il VAR riescono a vedere la condannano a una sconfitta immeritata. Spalletti sembra essere riuscito laddove avevano fallito i suoi recenti predecessori: far diventare una squadra un insieme di buoni/ottimi giocatori. La strada è ancora lunga, e il tecnico toscano è il primo a saperlo, ma un inizio così è un segnale forte al campionato. All’Inter rispondono Juventus, Napoli, Milan e Sampdoria. I bianconeri risolvono un problemino niente affatto semplice a Marassi contro un Genoa che dopo pochi minuti si trova in vantaggio di due gol. Anche in questo caso, come all’Olimpico, c’è il marchio di un fuoriclasse come Dybala, che prende per mano la squadra tirandola fuori dalle sabbie mobili in cui si era ficcata. La sua tripletta e le sue giocate imprimono un marchio indelebile alla partita e quelli che lo avevano definito soltanto un buon giocatore dovranno presto ricredersi. Non tutti i problemi sono risolti, la difesa appare ancora insicura, il centrocampo funziona a sprazzi, ma Allegri ha così tanta qualità in attacco da poter trovare le soluzioni senza troppa pressione. Il Napoli a sua volta vince una partita tutt’altro che facile contro l’Atalanta, che lo scorso anno gli aveva scippato 6 punti su 6. Al San Paolo non sono i colpi di genio di fuoriclasse come Dybala o Icardi a cambiare l’inerzia della gara, ma un gioco che costituisce ormai il marchio di fabbrica della squadra di Sarri. Il secondo tempo degli azzurri è uno spettacolo per palati fini. Peccato che la società prosegua in un inspiegabile silenzio stampa (c’entrerà la scaramanzia, che a queste latitudini conta parecchio ?) che penalizza non soltanto le televisioni che pagano milioni di euro, ma soprattutto i tifosi, che avrebbero diritto a sentire le voci dei propri beniamini. Comunque la si voglia leggere, è una scelta irrispettosa di stampa e pubblico. Il Milan fatica a tenere il passo battendo il Cagliari con una punzione capolavoro di Suso nel finale. Montella sa di essere sotto esame, la squadra sa di dover migliorare molto. Ma intanto si gode il giovane Cutrone, al secondo gol consecutivo. La Sampdoria passeggia sulle macerie di una Fiorentina distrutta dal mercato e destinata a soffrire per non finire coinvolta nella lotta per la salvezza. Da segnalare la prima vittoria in serie A della Spal dopo 49 anni, quella del Torino con una perla straordinaria di Belotti e il successo della Lazio a Verona sponda Chievo, grazie a un fantastico gol di Milinkovic Savic, giocatore destinato a una carriera da fuoriclasse. Il Var regala certezze e qualche dubbio, ma è normale trattandosi di una sperimentazione. Gli arbitri dovrebbero però evitare di lavarsene le mani per affidare le decisioni difficili alla moviola. Gli errori rimangono errori, anche se corretti dal mezzo tecnologico, e troppe interruzioni snaturano il calcio. A San Siro è stato concesso un recupero extra large di 9 minuti: quando le partite diventeranno decisive, la contemporaneità sarà fondamentale per evitare di alimentare sospetti. La serie A si ferma per la sfida decisiva della nazionale al Santiago Bernabeu contro la Spagna. Gli azzurri di Ventura sono condannati a vincere per qualificarsi direttamente ai Mondiali di Russia 2018, mentre qualsiasi altro risultato li costringerebbe a dei rischiosi spareggi. Serve un’impresa, ma di quelle memorabili. Chissà se ne saremo capaci.