SANREMO, ANCHE FOA CONTRO JUNIOR CALLY:”IL FESTIVAL RISPETTI LE DONNE”

SANREMO, ANCHE FOA CONTRO JUNIOR CALLY:”IL FESTIVAL RISPETTI LE DONNE”

DI CLAUDIA SABA“L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”.L’autore di questo brano sichiama Junior Cally, è un rapper romano, va in scena con la maschera e partecipa con un suo nuovo testo, al Festival di Sanremo.Un perfetto nessuno per molti di noi.Ma nel Festival “all’insegna della donna”, parteciperà anche chi ha scritto “Strega”, un insieme di parole con insulti a sfondo sessuale indirizzate a una ragazza: “Lei si chiama Gioia, ma beve poi ingoia. Balla mezza nuda, dopo te la da’. Si chiama Gioia, perché fa la troia, sì, per la gioia di mamma e papà”.Nel videoclip il cantante è ancora più eloquente.Si mostra mascherato, davanti a una ragazza legata mani e piedi ad una sedia, con un sacchetto sulla testa, che cerca di liberarsi.In pratica, la rappresentazione di un femminicidio.In un altro suo brano, parla di stupro e pedofilia: “queste puttane con le scarpe di Lelli Kelly”, e parla anche dei suoi rapporti intimi con bambine che indossano quelle scarpe.Canzoni che parlano di bullismo.Che squalificano le donne.Un repertorio in netto contrasto con un Festival di Sanremo che si pregia di essere “non sessista”.Ma Junior Cally, il perfetto nessuno, si esprimerà su quel palco con “No grazie”, un testo contro il populismo, Salvini e Renzi.“Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”, commenta il presidente Rai Marcello Foa, esprimendo “forte irritazione” per questa scelta.Nella scorsa edizione di Sanremo, fu impedita la partecipazione al brano “Caramelle” di Carone e Dear Jack, testo ritenuto inadeguato per il suo contenuto sulla pedofilia.Mi chiedo quale sia stato, invece, il criterio con cui abbiano ritenuta adeguata la partecipazione di un artista come Junior Cally che vanta al suo attivo, brani pieni di insulti è violenza di genere.Credo sia giusto interrompere questa spirale di violenza che ormai si respira in un gran numero di programmi televisivi.Che si impedisca l’esibizione in una tv pubblica, di chiunque inneggi ad abusi su donne e bambine.Perché se da una parte si vuole puntare il dito contro il bullismo, contro la violenza sulle donne, contro il sessismo, non si può allo stesso tempo, permettere che sul palco di Sanremo e in Eurovisione, approdino autori con un trascorso equivoco.Ma fin dove siamo disposti ad arrivare, per notorietà?Il Festival dovrebbe “promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione. Chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale”, conclude Foa, che chiede ad Amadeus di “riportare il Festival nella sua giusta dimensione”.