PROCESSO DESIRÉE, LA MADRE:”LE ABBIAMO PROVATE TUTTE PER FARLA SMETTERE DI DROGARSI”

PROCESSO DESIRÉE, LA MADRE:”LE ABBIAMO PROVATE TUTTE PER FARLA SMETTERE DI DROGARSI”

DI CLAUDIA SABANuova udienza, a porte chiuse, del processo per l’omicidio di Desirée Mariottini, la ragazza di Cisterna ritrovata morta a Roma in Via dei Lucani nel quartiere di San Lorenzo.Sul banco degli imputati Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, accusati, a vario titolo, di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori.Desirée Mariottini, 16 anni, morì tra il 18 e il 19 ottobre 2018.Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli imputati sapevano che il mix di psicofarmaci dato a Desirée avrebbe potuto ucciderla.L’ipotesi più crudele è che lo avrebbero fatto apposta per poterla violentare a turno.Ieri Barbara Mariottini, mamma di Desirée, ha ripercorso le dolorose vicende di violenza e degrado che hanno portato sua figlia alla morte.“L’abbiamo cercata ovunque per due giorni, non abbiamo mai smesso fino a che non ci hanno chiamati e ci hanno detto che era stata trovata a Roma”.Ha raccontato alcuni teneri particolari del rapporto tra lei e sua figlia e gli atti di bullismo vissuti dalla ragazza per un handicap al piede che non le permetteva di camminare correttamente.Infine, ha parlato della caduta di Desirée nel tunnel della droga e di tutte le denunce presentate per provare a salvarla.“Ho chiesto aiuto dove ho ritenuto opportuno farlo”, ha dichiarato nell’aula bunker del Tribunale di Roma.“Anche al padre di Desirée”, da cui era separata, quando la figlia non rientrava a casa.L’udienza ha permesso di approfondire la vita di Desirée.Ma i fatti drammatici di quella notte fatale non sono stati ancora chiariti.Il 27 gennaio saranno sentiti in aula,anche il nonno, il padre di Desirée e gli agenti della Squadra Mobile che hanno portato avanti le indagini.