RE CECCONI CHE CI GUARDA DAL CIELO
Certe sere di questi ultimi due mesi sono state emozionanti anche per un tifoso scoglionato come me (#Lotitoladrodisogni).Come la sera in cui, poco meno di un mese fa, abbiamo sconfitto la Juve e vinto la Supercoppa italiana. Sicuramente alcune stelle in cielo hanno brillato più del solito. Quella di zio Umberto, che mi portò la prima volta allo stadio nel ’69, tenendo per mano un me bambino, e mi fece conoscere questa strana gioia colorata di bianco e di azzurro, che da allora è sempre con me.Era Lazio-Foggia, fui stregato dai colori del cielo sulle maglie di quella squadra, e da un biondo del Foggia che sembrava aver fiato e muscoli per correre sino alla fine dell’orizzonte. Luciano era il suo nome, Re Cecconi il cognome. Quella del caro, dolce Anteo, che poco meno di due mesi fa è volato via come solo uno buono come lui poteva, sistemando il giardino di mamma Gina.Aveva il cuore fragile Anteo, e voleva tenere in ordine il giardino di Gina anche se lei da settembre era altrove, nel Paradiso delle mamme. Perché uno come lui certamente pensava “Mamma da lassù mi vede, è contenta se le sistemo il giardino”. Quella di Emilio, il papà del mio amico Claudio (grande, vero, fiero compagno, Emilio), che ora è deputato, ma la sera del 22 dicembre 2019 era felice come un bambino, e parlava al cielo, perché parlava con Emilio. La magia del calcio, e dei nostri colori, è questa qui.Non conta l’età.Gioiamo come ragazzini, e ci commuoviamo nel vedere trionfare, sia pur raramente, i nostri colori: il bianco, e il celeste. E c’è, e sorride, da lassù, anche qualcuno che, solo apparentemente, non c’è più.
