NO, CARO MATTEO, IN ITALIA LE COSE NON SONO SEMPRE UGUALI

NO, CARO MATTEO, IN ITALIA LE COSE NON SONO SEMPRE UGUALI

Roma. Palazzo Madama. Il senatore Salvini, stranamente, si trova nei paraggi. In quel luogo misterioso che è per lui il Senato. A un certo punto spunta un gruppo di giornalisti. Li guarda, ci pensa un attimo. E’ una buona occasione per attaccare pubblicamente il governo e la maggioranza lucrando su qualcosa. “Ma su cosa?” deve aver pensato. Bibbiano l’ho già usata (tra l’altro anche con scarso successo). Migranti anche. Che inventarsi? Ci rimugina, ci pensa. Si spreme le meningi. Poi gli si illumina il volto: ecco l’idea. Corre verso di loro e parte: coronavirus. Si sì, avete capito bene: coronavirus. Il virus cinese. Così aggiungiamo anche le pandemie alle vicende strumentalizzabili politicamente. Parte allora con quella quella faccia finta sorpresa: “In Italia sembra che non sia cambiato nulla, c’è gente che va, gente che viene, gente che sbarca, gente che atterra”, polemizza. E poi attacca il governo dicendo che “tra un litigio e l’altro potrebbe anche pensare a rassicurare gli italiani sulla la diffusione del contagio”. Ma, caro Matteo, ci stupisce che tu lo chieda. Perché la maggioranza questo l’ha già fatto. Non sul coronavirus ma su un altro virus forse addirittura peggiore, e che tu conosci bene, l’odio. E l’ha fatto il 26 gennaio in Emilia-Romagna.