“PIACERE SIAMO FICARRA E PICONE NON COMICI MA QUESTORE E VICARIO”
La prima reazione è sempre di incredulità, la stessa che ebbe anche il poliziotto palermitano Maurizio Ficarra, oggi questore di Salerno, quando sette anni fa, appena nominato capo della Questura ad Avellino, dopo aver prestato servizio a Palermo, Livorno, Agrigento, Messina e Roma, ricevette la telefonata di un signore che diceva di chiamarsi Pasquale Picone e che si presentava come il suo capo di gabinetto. «Lì per lì pensai a qualche collega buontempone che voleva prendermi in giro e poco ci mancò che non lo mandassi a quel paese», racconta il dirigente di polizia. Da quel giorno, era il 26 luglio 2013, la premiata ditta comica Ficarra e Picone si è sdoppiata: ce n’è una, popolare e simpatica, campione d’incassi al cinema e di ascolti in televisione, e ce n’è un’altra che orbita nel mondo dell’ordine pubblico e della sicurezza e che “sopporta” la spiazzante omonimia con notevole senso dell’umorismo. Dall’iniziale incredulità si è passati ad una conoscenza e stima reciproca che si è trasformata ben presto in una grande amicizia. Tanto che nell’ottobre scorso il Ministero degli Interni ha voluto riproporre l’altro sodalizio di successo Ficarra & Picone anche a Salerno: l’uno questore, l’altro vicario. «Salvo Ficarra – spiega il questore – è mio parente, cugino per parte di nonni, e quando gli scrissi per comunicargli che ad Avellino il mio capo di gabinetto si chiamava Picone non si meravigliò: lo so – mi rispose – internet è già piena di questa notizia». E in effetti non c’è portale d’informazione che non abbia sottolineato la singolare coincidenza. «Il massimo – riprende il questore – fu quando a Roma, ospite con Valentino Picone del concerto di Natale della polizia, presentato da Carlo Conti, Salvo dal palco volle salutare noi due che stavamo in platea tenendo però a precisare al suo “socio”: hai visto? Anche in polizia è sempre Ficarra a comandare». Ma i “tormentoni” non finiscono qui. Una volta la rivista Polizia Moderna chiese al duo un’intervista. «Ma allora è un interrogatorio!» obiettò preoccupato Salvo. I “replicanti” dei due comici hanno cominciato a frequentare, senza volerlo, luoghi per loro insoliti. Come il programma tv di Antonio Ricci Striscia la notizia che ha insistito sulla curiosa omonimia: «Con due così in Questura, a Salerno rimarrà per tutto l’anno l’Ora legale» (riferimento al penultimo «A noi tutto sommato fa piacere, è un guaio… simpatico quello che abbiamo passato – dice Ficarra e conferma Picone, che proviene dall’Irpinia, con un passato da dirigente del commissariato Vicaria-Mercato di Napoli – i ragazzi si fanno ben volere, vengono dalla gavetta, hanno sempre la battuta pronta e nei loro sketch non dicono mai parolacce. E poi hanno una generosità incredibile, sono sempre pronti a sostenere iniziative benefiche e di solidarietà». Ma l’ultimo film, Il primo Natale, l’avete visto? «Certamente», rispondono all’unisono. «Non è solo un film comico, si sono voluti misurare con temi all’ordine del giorno dando anche una serie di messaggi significativi al pubblico. Un salto di maturità della coppia» è il commento del questore. Già, la coppia. Inseparabile, imprescindibile l’uno dall’altro, anche se, scherzando, Salvo e Valentino ammettono: «Il nostro segreto è la totale disistima reciproca». E voi? «La nostra amicizia si è consolidata nel tempo, tanto che spesso ci frequentiamo fuori dal lavoro, con le famiglie. Picone è un vicario di straordinaria affidabilità per le qualità morali e professionali. Il suo motto è: capo ci penso io», le parole di Ficarra. «I pregi del questore sono l’umiltà e la competenza che in altre circostanze non sempre si riesce a coniugare», il controcanto di Picone. Il prossimo incontro in programma con la “casa madre” è già scalettato: il 9 luglio al Teatro Romano di Benevento in occasione del nuovo spettacolo che festeggia i 25 anni di carriera del duo palermitano. «Se la storia avesse voluto invertire i nostri destini, quindi io questore e mio cugino comico – ci fa sapere Salvo Ficarra – i ladri avrebbero fatto festa. Io sono troppo buono, Maurizio invece è inflessibile. Una volta ha fermato pure me per controlli. Dice che avevo la faccia sospetta».
