IN DIFESA DEL POLITICAMENTE CORRETTO

IN DIFESA DEL POLITICAMENTE CORRETTO

Per anni e anni ho, abbiamo irriso il politicamente corretto, le élites talmente imbevute di falsa coscienza da adottarla come seconda natura, la loro incapacità di cogliere la distanza irrimediabile tra parole e cose e di guardare all’”altro da sé”. Fino a considerare la volgarità del reale come una reazione tutto sommato sana e il “cagata pazzesca” come un grido di liberazione.Adesso, però, è diverso. Adesso il politicamente scorretto è diventato un segno di riconoscimento, una risorsa a disposizione e a sostegno di una strategia, interna e internazionale, e di un potere che ignora e infrange le più elementari regole della convivenza civile tra le persone e tra i popoli, che coltiva l’odio verso i più deboli e i più indifesi, e che colpisce con estrema durezza chiunque osi contrastarlo.In questo nuovo universo, per tanti aspetti anticamera di un nuovo fascismo, gesti che che ci sembrava appartenessero superati, se non addirittura rituali – visitare una scuola con bimbi cinesi, cantare “bella ciao”, manifestare solidarietà nei confronti di chi ne ha bisogno, contrastare l’odio semplificatore e affermare il valore della ragione – acquistano il sapore di cose vive. E di pratiche necessarie. Anche, e magari soprattutto, perchè banali e scontate.E, adesso, il politicamente corretto ci appartiene. Perchè non è più, almeno in questo passaggio storico, la copertura ideologica del sistema. Ma uno strumento di difesa di una civiltà basata su regole, diritti e garanzie oggi sotto attacco.E in grave pericolo.E allora occorre resistere. Divisi, come è giusto, sulle strategie da adottare ma uniti contro il comune nemico.