A TRIPOLI SUCCEDE QUALCOSA. E NON SONO COSE BELLE

A TRIPOLI SUCCEDE QUALCOSA. E NON SONO COSE BELLE

Notizie dal Mediterraneo (e nessuna parola sull’essere umano) –Mentre in Italia un documento del Viminale svela che non esiste nessun ordine di chiusura dei porti (e rimanda alle Infrastrutture qualsiasi azione legale da parte di Ong bloccate nei porti italiani) succede qualcosa a Tripoli. Giovedì 21 febbraio l’ambasciatore italiano in Libia incontra i rappresentanti del Dipartimento Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, del Comando Generale della Guardia di Finanza, del Comando generale delle capitanerie di porto, della Marina militare italiana e i vertici della Marina e della Guardia Costiera libica. Tema dell’incontro, il progetto del Ministero dell’Interno italiano per la gestione integrata delle frontiere e dell’immigrazione rafforzando le autorità libiche con mezzi e fondi. Non è una novità: è la seconda fase degli accordi fatti dal governo Gentiloni quando era ministro dell’Interno Marco Minniti: nel 2017 vengono consegnati alla Libia 46,3 milioni. Nel 2018 altri 45 milioni. Sapete da dove arrivano quest’anno i soldi? Sono stati versati nel Trust Fund per 10 milioni dalla Commissione Europea e per 35 milioni dai cosiddetti paesi del gruppo di Visegrad: ovvero Polonia, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia. Gli stessi che non vogliono prendere nemmeno un richiedente asilo arrivato nel nostro paese. Ma che pagano fior di milioni per tenere prigionieri in Libia (sappiamo in quali condizioni) migliaia di esseri umani.Nel comunicato ufficiale sull’incontro a Tripoli, non c’è una sola frase relativa al controllo del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione da dove continuano ad arrivate immagini di situazioni disumane. Se questi sono uomini ….se questa è diventata l’Europa “Il progetto contempla diverse componenti, rispettivamente dedicate a: 1.​Sviluppo delle capacità istituzionali e riforme istituzionali delle autorità libiche responsabili della gestione delle frontiere incluse le operazioni di ricerca e soccorso;2.​ulteriore sviluppo delle capacità operative delle autorità marittime libiche, mediante la fornitura di 4 imbarcazioni per attività di search and rescue in alto mare;3.​realizzazione dell’MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) a Tripoli, con contestuale e graduale attivazione di sistemi di comunicazione e controllo lungo la fascia costiera;4. Realizzazione di un cantiere nautico a Tripoli per la manutenzione delle imbarcazioni già donate dal Governo italiano alla guardia costiera libica, nonché di quelle che saranno fornite nell’ambito del progetto.5. Attività di formazione specifica in ogni settore del personale delle Amministrazioni libiche”. L’articolo di Nello Scavo che mostra il documento del Viminale