BASTA POCO PER METTERE IN TILT I POLMONI DELLA NOSTRA VITA COLLETTIVA

BASTA POCO PER METTERE IN TILT I POLMONI DELLA NOSTRA VITA COLLETTIVA

Buongiorno, mi state chiedendo in parecchi perché io non sia stato stamani a Radio Radicale, per condurre “Stampa e Régime”, come avevo annunciato nel Caffè di ieri. Ebbene sarei dovuto rientrare da Parigi. Ma ieri pomeriggio, passato a Orly il controllo bagagli, ci comunicano che il volo è stato annullato. In verità tutti quelli per l’Italia della medesima a compagnia- causa mal tempo. Coda infinita, non c’è modo di partire altrimenti se non provando a spostarsi all’aeroporto di Bové, 100 chilometri più a nord. Arrivato finalmente a Bové,annullano pure questo volo. Treni per l’Italia completi. Niente voli diretti per l’Italia -se non un paio della nostra ex compagnia di bandiera con un prezzo fuori di testa (1350 euro in 3, sola andata) anche oggi, lunedì 11. Per farla breve, sto rientrando con un TGV per Nizza e da lì prenderò un volo per Roma. La tempesta è arrivata davvero. Si chiama “Clara”, raffiche di vento forte, chiusa al pubblico la Tour Eiffel. Ma non c’è dubbio che il nuovo modo di volare (aerei sempre pieni, basso costo dei biglietti) sia assai fragile. La stessa fragilità, in fondo, che si sta evidenziando con il corona virus. Viviamo un mondo che si basa su consumi di massa e che pretende sicurezza e trasparenza. Basta poco per mettere in tilt i polmoni della nostra vita collettiva. E noi a ringhiare, perché vogliamo tutto e non sopportiamo di correre rischi, e nemmeno di sopportare disagi. Un bel pasticcio. Visto che ci sono, due parole -dal treno- su notizie del giorno e giornali. Mi diverte il titolo scelto da Sallusti, “Renzi prescritto”. C’è forse la frustrazione -e il riemergere del fastidio per il personaggio- di chi sperava che Italia Viva arrivasse fino a provocare una crisi. Ma un’analisi più attenta e plausibile delle aporie di questo Conte 2 la troverete nel “fondo” di Ezio Mauro. L’ex direttore di Repubblica osserva che il governo “ha i voti, ma non la maggioranza”. Perché è la somma di forze politiche che non hanno davvero deciso di andare avanti insieme. Renzi non ne ha l’intenzione è quindi sbraita -anche se questa volta è stato costretto a una brusca retromarcia-. Di Maio non vuole allearsi in modo duraturo con il Pd. Il Pd spera in Conte, ma tende a dubitare della affidabilità dei 5Stelle. Sì, il catalogo è questo. Per il resto, notizie che avevo anticipato ieri: il virus che non ha ancora dato il suo peggio, la Bongiorno che ha convinto Salvini ad abbassare la testa provando a confortare, con argomenti e prudenza, la sua presunzione di innocenza sui sequestri, concorrenza ormai visibile tra Salvini e Meloni. Mi fermo qui, perché scrivere a lungo sul treno e con il telefono diventa penoso.