I BOSCHI DELLA MONTAGNA SACRA E CHI LI DISTRUGGE

I BOSCHI DELLA MONTAGNA SACRA E CHI LI DISTRUGGE

Il bosco d’inverno, in questo inverno senza neve, ha luci profonde e riflessi argentati. Le foglie dei faggi, rosse incantate, disegnano l’ambizione di ogni tronco pallido che s’innalza verso il cielo. Al passaggio, sulla strada tortuosa, appare come una cattedrale sacra di silenzi e sconosciute melodie distanti. La nebbia che si insinua sfuma delicatamente i contorni, li rende opachi, sbuca un capriolo leggiadro e bianco. Resta immobile e poi quattro salti ed è nella faggeta. Occorre fermarsi e assaporare la magia. Lo sguardo vaga e aiuta il pensiero a sentirsi completamente immerso in ciò che conta da sempre, l’intreccio delicato e ancestrale tra natura umana e la sacralità dei territori. Una curva più in là, la ferita. Un’intera collina devastata.Niente alberi, niente intenso rapporto tra luce, tronchi e sottobosco. Solo la distruzione di un taglio efferato, meccanico, straziante. Una violenza evidente, fatta di sottobosco distrutto, di tronchi ancora accatastati e rovine di quello che era un pezzo di bosco… CONTINUA SU REMOCONTRO: