C’È IL RISCHIO CHE IL VIRUS LO ABBIAMO GIÀ CONTRATTO
Non sono un professore di statistica ma mi pare probabilisticamente assurdo che così tante personalità italiane siano state trovate positive al test del coronavirus con un numero complessivo di contagiati di nemmeno seimila. Presumo invece che il virus lo abbiano ormai contratto decine e probabilmente centinaia di migliaia di persone, in forme lievi o asintomatiche. Non sono neppure un virologo ma penso che ciò significhi che le drastiche misure di contenimento serviranno solo a rallentarne la diffusione, il che va bene se lo scopo è guadagnare tempo mentre si creano strutture ospedaliere adeguate a fronteggiare la crisi e si aspetta qualche medicina in grado di inibire il virus; ma senza l’illusione di poterlo fermare. A fermarlo saranno i vaccini, quando saranno pronti (prima del previsto ora che gli investitori hanno capito che potranno chiedere qualsiasi prezzo per essi), o la naturale immunizzazione determinata dal fatto che buona parte della popolazione si sarà ammalata e sarà guarita. La buona notizia è che se i contagiati sono davvero tanti, vuol dire che la percentuale di casi gravi e di morti è bassa, a livello di un’influenza. Per cui a un certo punto, quando lo Stato avrà ripreso il controllo della sanità dopo trent’anni di tagli irresponsabili per arricchire i privati, sarà il caso di ricostruire il tessuto sociale per evitare un collasso culturale ed economico più dannoso del virus stesso. E di cui gli squali sono già pronti ad approfittare per distruggere il piccolo commercio e spargere con la scusa della sicurezza i germi dell’individualismo, dell’automazione, dell’intelligenza artificiale, della realtà virtuale, dell’e-commerce.
