I PALADINI DEL DOPO, GLI ETERNI SOLUTORI A COSE FATTE
Quello che più indigna non è l’attacco al governo attuale da parte di forze politiche dell’opposizione, i vari Salvini, meloni e ci metto pure Renzi che ormai è a destra. L’attacco al governo dicevo, quello è “istituzionale” per l’opposizione, è nelle loro strategie per mantenere il consenso. Però se ci pensiamo bene e mettiamo tutto sul piano umano, su quello della solidarietà, su quello dell’amore per il proprio paese, del “prima gli italiani”, allora non siamo più d’accordo. Allora non è più accettabile perché tutto ciò sconfina nello sciacallaggio, come rilasciare interviste a quotidiani di un altro paese o a canali televisivi esteri, accusando il proprio paese. Sciacallaggio cioè di chi, pur di rendersi visibile, pur di raccattare un pugno di voti contraddice uno dei loro maggiori crismi: curare l’interesse degli italiani. Tutto questo mette in evidenza che loro se ne fregano dell’interesse degli italiani, il “prima gli italiani” vale solo dopo i “loro interessi”, e vale sia per i Salvini, per le Meloni e per i Renzi. Una menzione speciale per chi, annunciando la sua discesa in campo dichiarò, uso le sue parole: “io amo il mio paese”. Lo ama a tal punto che alla prima occasione se la squaglia per non condividere con quel paese “tanto amato” il destino attuale. E non gli viene mica in mente di riparare a quanto ha fatto per distruggere la sanità pubblica magari come ha fatto qualcuno altro aprendo i cordoni della borsa, no! Scappa via senza per altro dimenticare di dare, per bocca della nuova compagna, un colpo al governo attuale, naturalmente in negativo. Ed anche se Berlusconi non ha più il potere, grazie a Dio, di un tempo né l’appeal non deve essere dimenticato ciò che ha lasciato a quel “paese che ama”: la generazione appunto dei Salvini, delle Meloni, dei Renzi che da lui sono stati ispirati e che a lui si ispirano e che da lui hanno preso il “vezzo” di parlar male delle istituzioni, trattarle come nemici da debellare. Ma non è tutto, da lui hanno preso la nefanda abitudine di avere in ogni circostanza una soluzione, naturalmente quella del dopo, a cose fatte. Ci vorrebbe quindi un decreto anche per chi si astiene dal collaborare, chi disprezza la solidarietà, chi lucra su tutto questo, chi scappa dalle sue responsabilità. La speranza che senza questo decreto gli italiani si facciano un grosso nodo al fazzoletto per scioglierlo poi quando, si spera al più presto, potremo rilassarci e riabbracciarci tutti e riabbracciare chi ha fatto quanto doveva e poteva nel reale interesse comune senza nulla a pretendere, né prima né dopo affrontando una situazione che nessuno si aspettava di dover affrontare, nemmeno i “profeti del dopo”. Tutto ciò confermato dai comportamenti dei governatori della lega che poche, insufficienti, incoerenti e smodate indicazioni hanno dato ai loro amministrati rimettendo tutte le responsabilità al governo centrale. Si, proprio quel governo sempre denigrato, insultato e tacciato di incompetenza da loro e da chi per loro.
