CASO PORN HUB: CONDANNARE IL PORNO A PRIORI È SBAGLIATO, SERVE EDUCAZIONE”

CASO PORN HUB: CONDANNARE IL PORNO A PRIORI È SBAGLIATO, SERVE EDUCAZIONE”

La dottoressaElena Mozzoha 36 anni, vive in provincia di Padova, è sposata e ha due figli. Professionepediatra ed educatrice sessualenelle scuole e nel web con la pagina“esessolosapessi“. Ho deciso di intervistarla dopo il polverone che ha generato PornHub, una delle più famose piattaforme di streaming di contenuti pornografici, quando ha annunciato che avrebbe offerto un mese di abbonamento gratuito agli utenti italiani, devolvendo alcuni dei suoi proventi al nostro Paese per supportare l’emergenza Coronavirus. Una notizia che non è piaciuta proprio a tutti, soprattutto ad alcune persone contrarie alla pornografia o, nello specifico, alla piattaforma di streaming in questione. Inizia così la Dott.ssa Mozzo: “Lo stesso post di Melio in difesa della singola iniziativa in questione lo ha fatto passare per uno che non ha a cuore le donne, le loro battaglie, i loro diritti, quando non è così. Gestendo una pagina sulla sessualità mi è capitato di commentare alcuni fatti sui quali mi trovavo in disaccordo rispetto l’opinione espressa da altre donne, magari portavoci di associazioni femministe, con la paura di essere giudicata.” [Dottoressa Elena Mozzo]“C’è molta ipocrisia, si tende a demonizzare a prescindere senza conoscere la realtà dei fatti e quello che c’è dietro. Soprattutto da parte del ‘femminismo a prescindere’ secondo il quale le donne, nell’indignarsi, non sbaglierebbero mai. Eppure la ricerca della parità dovrebbe stare anche nel riconoscere che le donne sbagliano come gli uomini nelle loro valutazioni.” “Quello di tre ricercatrici di Bologna e il loro ‘Inside Porn’, un progetto di ricerca e approfondimento sulla pornografia e sulle sue declinazioni.” “Dai sondaggi e dalle statistiche che si hanno è abbastanza diffusa la fruizione di materiale pornografico (oggi principalmente video sulle piattaforme mainstream). Anche il pubblico è abbastanza variegato, con poca differenza tra uomini e donne.” “Molto presto, perché ai bambini viene dato in mano lo smartphone/tablet già alla scuola materna in molti casi. E non illudiamoci che esista il parental control o simili… È chiaro che i contenuti pornografici non sono adatti ovviamente a questa fascia di età, ma se capitasse che un bambino accidentalmente acceda ad un contenuto pornografico, sarà meno ‘scosso’ se nella sua famiglia si parla liberamente di sessualità, se chi si prende cura di lui gli ha spiegato come è fatto e come funziona il suo corpo, come si concepiscono i bambini ecc…Soprattutto il mio bambino saprà che può riferire al suo adulto di riferimento di aver visto qualcosa che lo ha turbato. Se invece quella famiglia demonizza e tratta il sesso come un tabù, allora difficilmente il bambino si sentirà tranquillo nel riferire il suo trauma ai genitori.” “Il porno diventa qualcosa di negativo se rimane l’unica fonte da cui un adolescente trae informazioni sulla sessualità. La pornografia, specie quella mainstream, offre una visione limitata della sessualità e molto ‘cinematografica’: prestazioni non reali e non riproducibili, poca attenzione alla sfera comunicativa che invece gioca un ruolo importante. Senza parlare ovviamente del controllo sui contenuti che vengono pubblicati, che non è sempre così semplice da attuare. Tra quelli positivi che non vengono spesso menzionati c’è il fatto che diverse pornostar, in passato come oggi, hanno creato video che definirei quasi tutorial perché a fare sesso si può anche imparare, o quantomeno si può migliorare. In questi video si perde l’attenzione alla spettacolarizzazione tipica della pornografia e tutto diviene più reale e naturale. Anche Rocco Siffredi ha spiegato come molti ragazzi che avevano difficoltà nella sfera sessuale con la sua accademia del porno hanno acquistato fiducia e sicurezza. Insomma ci sono luci e ombre come in ogni cosa.” “In generale sull’approccio alla sessualità direi, per cui tutto ciò che riguarda la sfera sessuale (compresa la pornografia) viene o demonizzato o accentuato e vissuto come trasgressione al divieto. Il sesso riguarda tutti noi, la nostra persona, corpo e mente, e dovrebbe essere vissuto con più naturalezza.” “Qualche mese fa Fabio Volo (che seguo da ascoltatrice di Radio DJ), durante il suo programma ‘Il Volo del Mattino’, ha criticato Ariana Grande per un suo video. Il discorso era volgare, frettoloso e anche pieno di preconcetti: niente da dire su questo. Però si sono tutti fermati lì, buttando subito merda su Fabio Volo. Trovo inutile arrabbiarsi con lui perché ha insultato Ariana Grande, e quindi tutte le donne e la loro libertà, finendo col fare lo stesso insultandolo. Da donna, e da educatrice sessuale, è ovvio che vorrei che si andasse oltre i discorsi radiofonici e televisivi, e quindi per loro natura spesso superficiali. Vorrei si usasse più razionalità.” “Uno può ovviamente non essere d’accordo con la pornografia e i suoi messaggi, anche se è un mondo vastissimo sul quale ci sono un sacco di studi.Scambiare la pornografia con la prostituzione però non ha senso oggi: la prima rimane una scelta, che poi possa in alcuni casi essere dettata dal bisogno economico può anche darsi, ma difficilmente l’immigrata che arriva in Italia sceglie di fare la pornodiva… è più facile che finisca, purtroppo, nel racket della prostituzione.” “L’essere umano può disporre liberamente del proprio corpo, a prescindere dal suo genere. Se io donna voglio fare la pornodiva, va benissimo. Alcuni potranno non condividere la mia scelta, ma non devono giudicarmi come persona. Fare la pornostar non mi rende migliore o peggiore di un’altra donna che fa, che so, la manager. D’altronde quando decido di mettermi nudo o nuda ad esempio sui social o, appunto, in un video musicale come la Grande, posso farlo sia per portare avanti battaglie come quella contro la censura nei social, ad esempio, che per aumentare le visualizzazioni, i like, i follower… Non sto dunque strumentalizzando il mio corpo, l’estetica, la bellezza? Non sto replicando quello che si fa nei vari concorsi di bellezza, senza privilegiare altri aspetti come le capacità comunicative, l’intelligenza, il saper reggere un discorso?Mi chiedo, sono davvero libera se uso il mio corpo con questo fine, quando il corpo viene sfruttato per pubblicizzare prodotti commerciali ad esempio? E non sono anche questi temi, purtroppo molto più evidenti e accettati, contro i quali dovremmo batterci?”