FRANCESCO: LA MISERICORDIA È LA NOSTRA FELICITÀ

FRANCESCO: LA MISERICORDIA È LA NOSTRA FELICITÀ

Lo avevamo visto, la scorsa domenica, percorrere le strade della città eterna. Non si era davvero trattato di una passeggiata come qualcuno malevolmente aveva lasciato intendere. Si era trattato piuttosto di un “cammino” in mezzo al popolo e non solo per i credenti. Piuttosto al loro fianco, al nostro fianco.Il passo affaticato, incerto non era certo di un don Abbondio che percorreva le strade della città eterna. In quella occasione Papa Francesco, “il vescovo vestito di bianco” ha voluto ricordare che non ci abbandona, come Gesù non abbandona.Ed il concetto, il valore della comprensione, della compenetrazione, della Misericordia è stato allargato nell’udienza del mercoledì. Una vera catechesi che si è fatta messaggio per tutti i Cristiani ma anche per tutti gli uomini e le donne di buona volontà.La Beatitudine sulla misericordia diventa centrale nel corso di una udienza che i media del Vaticano cercano di riempire trasmettendola in streaming, in diretta televisiva, dal Palazzo Apostolico.Il Papa è solo, apparentemente solo, per colpa del virus che ormai devasta l’umanità, ma ci indica la forza che vince tutto.“Ognuno – inizia la riflessione Francesco – deve ricordare di avere bisogno di perdono e di pazienza; questo è il segreto della misericordia: perdonando si è perdonati”.Ci sono le Beatitudini, c’è il Vangelo ( Matteo 5,7) a ricordarci il valore della Misericordia: “Coloro che esercitano la misericordia – spiega il Pontefice – troveranno misericordia, saranno misericordiati”.Eccoci così che una volta ricevuto il perdono di Dio “diventiamo capaci a nostra volta di perdonare”. “Così la propria miseria e la propria carenza di giustizia – ci ricorda il Papa – diventano occasione per aprirsi al regno dei cieli, a una misura più grande, la misura di Dio, che è misericordia”.Ancora la misericordia: “La misericordia non è una dimensione fra le altre, ma è il centro della vita cristiana: non c’è cristianesimo senza misericordia. Se tutto il nostro cristianesimo non ci porta alla misericordia, abbiamo sbagliato strada, perché la misericordia è l’unica vera meta di ogni cammino spirituale. Essa è uno dei frutti più belli della carità. Ricordo che questo tema è stato scelto fin dal primo Angelus che ho dovuto dire come Papa: la misericordia. E questo è rimasto molto impresso in me, come un messaggio che come Papa io avrei dovuto dare sempre, un messaggio che dev’essere di tutti i giorni: la misericordia. Ricordo che quel giorno ho avuto anche l’atteggiamento un po’ “spudorato” di fare pubblicità a un libro sulla misericordia, appena pubblicato dal cardinale Kasper. E quel giorno ho sentito tanto forte che questo è il messaggio che devo dare, come Vescovo di Roma: misericordia, misericordia, per favore, perdono”.È una profonda lezione di Catechismo in tempo di Quaresima: “La misericordia di Dio è la nostra liberazione e la nostra felicità. Noi viviamo di misericordia e non ci possiamo permettere di stare senza misericordia: è l’aria da respirare. Siamo troppo poveri per porre le condizioni, abbiamo bisogno di perdonare, perché abbiamo bisogno di essere perdonati”.“ La misericordia – sottolinea il Papa a proposito di questa sconvolgente Beatitudine – è il cuore stesso di Dio”.A sostegno del Papa ecco la Parola dal Vangelo secondo Luca: “Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati”. “La misericordia – ci ricorda papa Bergoglio entrando nella Lettera di Giacomo – ha sempre la meglio sul giudizio”. Ma è soprattutto nel Padre Nostro, ricorda Francesco, che noi preghiamo: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.Debitori e peccatori pronti non a dimenticare ma a perdonare:“Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e il perdono ricevuto. Ma tante persone sono in difficoltà, non riescono a perdonare. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima: uno sforzo enorme; e uno pensa: non si può, questo non si può. Questo fatto della reciprocità della misericordia indica che abbiamo bisogno di rovesciare la prospettiva. Da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dobbiamo chiederla. Infatti, se la quinta beatitudine promette di trovare misericordia e nel Padre Nostro chiediamo la remissione dei debiti, vuol dire che noi siamo essenzialmente dei debitori e abbiamo necessità di trovare misericordia!”. Conclusa la catechesi, il Papa ha voluto richiamare l’attenzione del mondo al fatto domani la Chiesa festeggerà la solennità di San Giuseppe: “Invocatelo sempre con fiducia, specialmente nei momenti difficili e affidate a questo grande Santo la vostra esistenza”. Poi ha rilanciato un invito : “Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce. Io vi accompagnerò da qui. Chiediamo che Maria – ha concluso il Santo Padre rievocando l’intenzione che aveva portato a S. Marta – “custodisca in modo speciale, la nostra famiglia, le nostre famiglie, in modo speciale particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio”.