IL VIRUS DEL LAVORO NERO
Avrete notato che il controllo di massa è già tra noi. Ieri, ci dicono i dati delle celle telefoniche di Milano, “era in giro” il 40% dei milanesi. In un giorno di lavoro. E secondo qualche folle, “erano troppi in giro”. Io difendo quei milanesi, perchè, secondo me, non erano felici di essere in giro. Ma dovevano farlo. Perchè LAVORANO.E, anche se si fa finta di non saperlo, molti di loro lavorano “in NERO”. Il lavoratore in nero è un “appestato” in ogni giorno dell’anno. Non ha tutele di nessun tipo ed è visto, da chi ha la FORTUNA (in qualche caso il merito) di avere un lavoro contrattualizzato, come un criminale. Tra il morire di Coronavirus e il morire di fame per perdita di lavoro, la percentuale (per chi conosce la matematica) va a favore del rischiare questa influenza a velocissima diffusione. La prossima volta che sentirò qualcuno dire che c’è “troppa gente in giro” lo sbatterò al muro dicendogli: “Senti, pezzo di merda. A te il Governo, giustamente ti protegge. Ma c’è gente che deve fare lo schiavo per lavorare. Quindi STA IN GIRO.E, se ci credi, ringrazia il tuo dio perchè non sei in quella condizione. Ah, visto che dici di crederci, ripassa un attimo i suoi comandamenti. Forse, visto quello che stai facendo, nel silenzio generale, ai profughi che arrivano dalla Turchia, ti meriti tutto questo. Io? Io non credo nel tuo dio. Secondo me, è troppo buono”.
