PAPA FRANCESCO IN UNA PIAZZA SAN PIETRO DESERTA :«PENSAVAMO DI VIVERE SANI IN UN MONDO MALATO»

PAPA FRANCESCO IN UNA PIAZZA SAN PIETRO DESERTA :«PENSAVAMO DI VIVERE SANI IN UN MONDO MALATO»

L’impressione è quella di avere assistito a qualcosa di storico.Papa Francesco in una Piazza San Pietro deserta sarà l’immagine dei e nei libri di storia che parleranno di questi momenti.La pioggia, l’atmosfera alla Blade Runner, il viso di Bergoglio che tradiva la pesantezza che portava addosso, fisica e morale, le parole di un discorso impietoso e finalmente rivolto al mondo e non solo ai fedeli: da quando è scoppiata la pandemia, e questo è il senso profondo dell’enormità di questa crisi, Papa Francesco è stato un grande leader cattolico (la messa a Santa Marta, l’attenzione per i fedeli e il rifugiarsi nei riti rassicuranti della sua religione) ma un disorientato leader mondiale. Ci ha abituato esattamente al contrario, lui cittadino del mondo di cui è divenuto leader morale – l’unico ascoltato da tutti, l’unico che si prende libertà che altri non hanno neanche il coraggio di immaginare, rispetto ai poteri forti propri e altrui – e che solo nella Città del Vaticano è sembrato sempre un pesce fuor d’acqua.Ci ha detto, Bergoglio, che siamo soli e presuntuosi, ha dato qualche contentino ai fedeli, con quella catarsi del sacrificio che tanto piace al cristianesimo, ma ha verbalizzato quello che avevamo intuito: neanche Dio ha nulla da dire verso questa natura leopardiana che cerca un equilibrio, che usa il virus come elemento di stabilizzazione quasi malthusiano e che lo fa in Occidente, in quello che si crede più evoluto e si è scoperto nudo di fronte a quel piccolo organismo, incapace persino di accogliere i propri cittadini, di proteggerli e curarli, perché ha preso una strada che ha tradito il suo senso di onnipotenza (parola che Bergoglio ha sottolineato, intelligentemente), preferendo il profitto a un valore cardine ed elementare, il rispetto della vita.E’ stato perfetto questo argentino, oggi. Ma il suo volto tradiva la paura, le sue parole sembravano un epitaffio, una presa di coscienza dell’Apocalisse. Persino eccessive rispetto a ciò che sta accadendo.Perché ha semplicemente compreso, come spesso gli accade prima di altri, che il Coronavirus è solo una prova generale. Forse questa volta ci fermeremo, nel mondo, a un centinaio di migliaio di vittime, magari due o tre. Terribile, ma abbiamo visto di peggio.Lui sembra averlo accettato, non ha invocato Dio per proteggerci il Papa, sospettando che il diluvio di oggi lo mandasse lui. E non solo quello. Ha parlato agli uomini, tutti gli uomini, li ha pregati di imparare da ciò che sta accadendo (il riferimento alla solidarietà, come valore rifondante), ma aveva la faccia di chi sapeva che non succederà.Ha provato a metterci in guardia.Perché la prossima pandemia, farà milioni di morti. E se questa sta mettendo in crisi la nostra civiltà e quelle che credevamo ne fossero le colonne (democrazia, capitalismo, globalizzazione), quella che verrà potrebbe andare ben oltre, potrebbe essere un ineluttabile colpo di grazia a un consesso grottesco di popoli, valori e false credenze. Compresa la sua.E consegna al mondo, oggi, la frase che scriveremo sulla lapide del pianeta.“Pensavamo di vivere sani in un mondo malato”.