UFFICIALE: approvato il “Coprifuoco del Pesce” | Non puoi più comprarlo in Italia in questi giorni

Pescheria-Foto-di-Anastasiya-Badun-da-Pexels-Alganews

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Scatta l’allerta per un lotto ittico contaminato: ecco quali sono i marchi a rischio e a quali tipologie di pesce bisogna fare attenzione.

In queste ore è arrivata una comunicazione ufficiale dal Ministero della Salute che ha fatto scattare un vero e proprio allarme alimentare.

Alcuni supermercati hanno iniziato a ritirare dalle celle frigorifere e dai banchi del pesce un prodotto molto comune sulle tavole degli italiani.

Questo richiamo urgente può essere definito una sorta di “coprifuoco del pesce”, perché vieta temporaneamente la vendita e il consumo del prodotto fino a quando non saranno completati i controlli ufficiali.

Una brutta batosta per chi è abituato a consumare quotidianamente del pesce in famiglia e si trova a dover sostituire questo alimento.

Il richiamo dei filetti di orata dal mercato e le verifiche in corso

Si è deciso per il richiamo urgente di un lotto di filetti di orata congelata a marchio Azur Seafood. Il prodotto, venduto in confezioni da 4,4 kg con numero di lotto F.35.43 e data di scadenza 29 agosto 2027, è stato distribuito in Italia dalla Golfomar Srl, ma prodotto nei Paesi Bassi, nello stabilimento Azur Seafood BV di Urk. La segnalazione, diffusa attraverso il sistema di allerta europeo per la sicurezza alimentare, riguarda la presenza di residui inibenti. Queste sostanze possono derivare da trattamenti farmacologici come antibiotici o antimicotici usati durante l’allevamento.

Si tratta, in particolare, di residui che dovrebbero essere eliminati completamente prima della lavorazione. La loro presenza crea problemi con i normali processi biologici e rappresenta un rischio importante, soprattutto se i “residui inibenti” sono assunti in quantità elevate o per periodi prolungati. Le autorità sanitarie stanno conducendo analisi approfondite per capire la natura e la quantità di queste sostanze. La verifica riguarda anche l’eventualità che si tratti di un episodio isolato o di un problema più ampio nella catena di produzione. Nel frattempo il divieto temporaneo di vendita rimane in vigore: nessun punto vendita può commercializzare il lotto interessato fino a nuovo ordine.

Sfilettare-orata-Foto-di-Kampus-Production-da-Pexels-Alganews
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Cosa sono i residui inibenti e perché sono pericolosi

I residui inibenti sono sostanze chimiche che impediscono la crescita di batteri nei test di laboratorio. In pratica si parla di tracce di medicinali, come antibiotici o antimicrobici, che possono restare nei tessuti del pesce se non smaltiti completamente prima della lavorazione. La normativa europea stabilisce limiti molto precisi per queste sostanze. Quando queste soglie vengono superate scatta l’obbligo immediato di ritiro dal mercato.

Mangiare cibo contaminato da residui inibenti può avere effetti sulla salute, in particolare su quella di bambini, donne in gravidanza o persone con difese immunitarie basse. I rischi vanno da disturbi intestinali fino a possibili reazioni allergiche o alterazioni della flora batterica.