GRILLO OSSERVA DALLA TORRE D’AVORIO DELLA SUA CASA IN LIGURIA
Per Beppe Grillo il razzismo in Italia è un fenomeno “mediatico”, quindi inventato dai giornalisti cinici e bari, amici dei poteri forti. L’osservatorio però di un uomo milionario che si muove tra le suite dell’extralussuoso Hotel Forum di Roma e la sua Torre d’Avorio in Liguria, oltre che nei teatri dove esercita la professione di comico, non è che sia molto credibile. Quasi quasi preferisco l’attendibilità di notizie quotidiane che arrivano e raccontano di professori che esibiscono i bambini neri in classe apostrofati come “brutti” davanti a tutti, le cacce al nero nei quartieri-ghetto, i graffiti “negro merda” che appaiono davanti alle case di famiglie che hanno adottato bambini di colore. Non è un caso che una manifestazione come quella di ieri si è potuta tenere, con così tanta partecipazione – e allegria – a Milano e non a Roma. Lo dico con la morte nel cuore, da romano, ma a Roma oggi, dopo 3 anni di (non) amministrazione grillina e dopo i precedenti 6 di disastri di alemanno e marino (comunque mai paragonabili agli attuali), la città è desertificata, muta e rassegnata assiste impotente al suo sfascio e alla sua rovina, così che anche i suoi abitanti – atavicamente e geneticamente assuefatti alla barbarie, alle invasioni, agli incapaci al potere, ai saccheggi di 3.000 anni di storia – hanno seppellito le passioni, vivono stancamente alla giornata, contentandosi del sole e del cielo azzurro, con lo spirito di chi dice “adda’ passa’ a’ nuttata”.
