PERCHE’ ZINGARETTI NON DEVE ROTTAMARE I RENZIANI

PERCHE’ ZINGARETTI NON DEVE ROTTAMARE I RENZIANI

Pur essendo stato attivamenteanti-renziano, dopo che, al pari di tutti, mi ero illuso che il giovane segretario avrebbe portato una nuova ventata nelPd, sento che oggi questa militanza “anti” sia cosa da superare. Non mi piace lapoliticadei rancori, delleautocritiche, dei pentimenti richiesti, anzi intimati e talvolta persino ottenuti. Il ciclo renziano è stato caratterizzato su molti piani da fatti di grande importanza e tutti positivi: pensiamo solo aidiritti civili. Ci sono, invece, state scelte che molti non hanno condiviso, ad esempio ilJob act. E c’è stato un clima culturale da caccia alle streghe per chiunque avesse avuto, tranneMatteo Orfini, la tessera delPci. Oggi c’èNicola Zingarettiche è ilsegretariocon la fisionomia politica ed umana più lontano daMatteo Renzi. Come lui ha una lunga e positiva esperienza amministrativa, poi basta, sono diversi e basta. Chi ancora suisociale nelle discussioni vuole mettere al centro il tema del renzismo non aiuta la ricostruzione in cui è impegnato Zingaretti. Quel «buttatelo fuori» ovvero «speriamo che se ne vada», rivolti a Renzi, sono frasi che emergono da un sentimento pre-politico,fanno parte di quel primitivismoda cui nacque larottamazione. Il Pd non butta fuori nessuno, non aiuta nessuno ad andarsene. Ovviamente chi vuole, se ne va. Lo sforzo di un segretario deve essere quello di aprire le porte di casa, di convincere chi è sull’uscio a restare, di invitare chi è sulla soglia ad entrare. Renzi in unainteressante intervista alCorriere della seradice che Zingaretti dovrebbe guardare non solo asinistrama anche aimoderati. Oggi non sappiamo più che cosa voglia dire questa categoria politica. Il tornado del 4 marzo ha rivelato che molti moderati si erano estremizzati e sono diventati lepenisti ma ha anche mandato nel grande recinto degli astenuti moderati e gente didestrache hanno rifiutatosovranismoepopulismo. Il tema del recupero di voti sta nel fatto di diventare, questa volta uso io l’espressione,partito della nazione, partito cioè a vocazione minoritaria perché è un partito che non basta da sé ma facoalizioni, ma soprattutto partito che interpreta un sentimento profondo degli italiani che parla di pace,tolleranza,convivenzacon gli altri. È un partito che serve al nostro Paese. L’Italiacon i sovranisti va a sbattere. Nel mondo non la vuole nessuno, neppureViktor Orban.Donald TrumpeVladimir Putinusano i leader sovranisti e populisti come usavano il personale politico latino-americano, contro la sinistra per poi depredare il Paese. Che penaGiorgia Meloniche attacca l’EuropadagliUsa, che pena! L’Italia, la sua natura, la sua vocazione stanno da tutt’altra parte. L’Italia è convivenza di popoli, di linguaggi, di culture, distorie politiche. L’Italia del Risorgimento è europeista. Il resto èmussolinismoed è finita come è finita. Nel fare questa grande opera dipacificazione, Zingaretti deve farsi beffe della“Bestia” salvinianache mette trappole mediatiche ogni giorno. Riaprire lecase chiuse? Fatevi il dibattito fra di voi. Se ilparlamentodovesse essere messo di fronte a una legge a quel punto chiameremo alla sollevazione, ma prima non cadiamo in trappola, è un’arma, come tante, di distrazione di massa. Da qui alleEuropeequel gruppo di giovani propagandisti che sta attorno aMatteo Salviniprodurrà migliaia di idee usate estratte dai bidoni della spazzatura che la destra aveva accantonato e che loro stanno utilizzando.