SUI CINQUE STELLE AVEVA RAGIONE RENZI E TORTO D’ALEMA
Ho conservato gli articoli in cui c’era scritto che ilMovimento 5 stelleera il nuovoPci, che l’alleanzasovranisti-populistisarebbe durata vent’ anni, che lasinistraera roba del passato eccetera eccetera. Poi quegli altri commenti, anche di autorevoli politici, in cui si sosteneva che era stato un grande errore lasciare ipentastellatinelle mani diMatteo Salvini,che la sinistra, ancorché colpita a morte, avrebbe dovuto fare l’ultimo sacrificio e immolarsi per ungoverno Di Maio. Tutto memorizzato. Quei commenti valgono come gli exit poll recenti. Non ci azzeccano mai. Può anche darsi cheLuigi Di Maioe Salvini restino insieme al governo ma lasuggestione politica sovranista-populista è fallita, resta aperta solo la soluzione di destra. Icinque stellenon solo non sono diventati il nuovo Pci ma fra un po’ diventeranno come il movimento diAntonio Di Pietrosenza ilcarisma dell’ex pm. La sinistra ha le ossa rotte ma ha ripreso a camminare e se gli ex leader non si azzoppano fra di loro forse qualcosa farà. In politica mai fidarsi delle impressioni e delle suggestioni. L’unica volta in cui avremmo dovuto fidarci, e non lo abbiamo fatto, è stato quando abbiamo seguito quegli analfabetigiustizialistiche ci hanno spiegato cheSilvio Berlusconiaveva fatto il partito di plastica, che il suo movimento si sarebbe sgonfiato eccetera eccetera. È ancora qui fra noi, acciaccato ma socio di una possibilemaggioranza di destra. Sbagliare l’analisi è mortale per chi commenta o fa politica. L’aver sostenuto che Di Maio & company erano il futuro è stato un errore capitale che ha fatto perdere alla sinistra mesi e mesi. Immaginate ora quella sinistra ferita che col suo appoggio esterno dava il suo voto alle cazzate diDanilo Toninelli, al putinismo dei capi grillini, alle sciocchezze diAlessandro Di Battista, al dilagare di una classe politica appena arrivata al potere, vorace e spendacciona. Oggi non staremmo qui a parlare di ripresa. Saremmo morti e defunti. Duole dirlo, maha avuto ragioneMatteo Renzisu questo punto etorto il mio amicoMassimo D’Alema. Sbagliare oggi l’analisi su Salvini può portare allo steso errore. Il vicepremier leghista ha in comune conBerlusconi una operazione storica. Come lui ha resuscitato la destra, rifondandola. Però ilCavalierealla destra ha dato una finzione di moderazione, Salvini la vuole ridurre amovimento xenofobo. Le idee delministro dell’Internosullasicurezza, sulle relazioni umane, suirapporti politicipossono bloccare il Paese tanto quanto quelle di Toninelli. Da qui la mia convinzione che, malgrado i tanti sindaci leghisti e governatori di provate capacità, laLeganon è mai stata così a rischio e la prossima vittoria europea potrebbe essere l’ultima. Così come accadde a Renzi. In questo frullatore di classi sociali e di idee politiche e di umori popolari l’Italiaha perso il suo centro di gravità permanente. SeNicola Zingarettipazientemente lo ricostruiràavrà solo benedizioni.
