AMATRICE. UN ANNO DOPO LA RICOSTRUZIONE DEVE COMINCIARE

AMATRICE. UN ANNO DOPO LA RICOSTRUZIONE DEVE COMINCIARE

A quest’ora, la notte di un anno fa, la scossa devastante. 6.0 Richter, epicentro tra Accumoli e Arquata del Tronto. Italia centrale in ginocchio. 299 morti (249 nella sola Amatrice), oltre 400 feriti, 2 milioni 660 mila tonnellate di macerie (solo il 10% sono state raccolte), 140 comuni distrutti tra Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo, 17 mila persone hanno perso casa e lavoro. Quattro mesi di “sciame sismico” con migliaia e migliaia di scosse di assestamento. Alcune fortissime, come a Norcia e nelle Marche.Stanotte ad Amatrice la campana ha suonato per ognuna delle vittime. E per ricordare che c’è tanto, tantissimo da fare.La gente vive nelle tendopoli. Dovevano essere consegnate più di 3300 casette, ne sono arrivate solo 320. Addirittura un villaggio prefabbricato, che avrebbe potuto ospitare un migliaio di cittadini di Amatrice, è stato palleggiato per mesi tra Regione e Provincia, fino a non essere accettato, non si sa perché. Una ditta di Firenze lo aveva messo a disposizione, inutilmente.Sì va avanti così, con grande dignità dei cittadini ma con troppa lentezza da parte delle Istituzioni. Due giorni fa il premier Gentiloni ha garantito che le macerie spariranno nel giro di un anno e che massimo a dicembre riapriranno le scuole.Non c’è da stare allegri. Penso alla gente che ha perso tutto, amori, famiglia, casa e lavoro; agli amici che hanno perso chi la casa di vacanza, chi quella dei genitori. A comuni letteralmente spariti (come Visso e troppi altri), a sogni infranti e a vite spezzate. E alla burocrazia, che fino a due giorni fa pretendeva le tasse dai cittadini di Amatrice. Questo mostro che del dolore se ne fotte e che è sempre pronto a mettere i bastoni tra le ruote di chiunque.Sarà dura, dicevo. Il cammino della speranza è lastricato di insidie, paure e parecchie migliaia di scosse di assestamento.In bocca al lupo Italia centrale. Ne hai bisogno davvero